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Piccolo Dortmund, grande Crotone

Le speranze di salvarsi del Verona passano per storie opposte

Lorenzo Fabiano

La distanza che separa Dortmund da Crotone (In mezzo c’è Verona) è di oltre duemila chilometri. Tuttavia nella geografia del pallone il piccolo Scida dista dal maestoso Westfalen Stadion almeno quanto la Terra da Plutone. Maurizio Setti nei suoi primi giorni a Verona, individuò in un incauto e fuorviante slancio di entusiasmo proprio nel Borussia il modello da prendere ad esempio. Gli oltre duemila chilometri devono essere stati percorsi in fretta se solo a qualche anno di distanza da quelle roboanti e ambiziose dichiarazioni siamo scesi dalla Renania Settentrionale fin giù in Magna Grecia. Dalle salsicce all’’nduja, dalla schiumosa birra HB al rosso Cirò, da Marco Reus a Marcello Trotta, diciamo che il passo è stato ben più breve del previsto. Per i tifosi del Verona non dev’essere esercizio di facile assimilazione passare dall’accostamento ai gialloneri della Ruhr a quello ai rossoblù di Calabria. Fin superfluo aggiungere come le battute al vetriolo in merito si sprechino nei bar e sui social. Eppure (voli pindarici di settiana memoria a parte) vi suonerà quantomeno strano come nel più paradossale gioco degli ossimori la Verona calcistica possa in effetti essere ritratta come una piccola Dortmund, ma per poterlo essere debba prima dimostrarsi una grande Crotone.

 

L’Hellas Verona gode di un bacino di tifosi fuori dal comune nel nostro paese, un oasi nel deserto del desolante panorama offerto dagli stadi italiani. Il cuore della tifoseria sulle sponde dell’Adige batte forte almeno quanto su quelle del Ruhr. L’Hellas è sinonimo di identità, tradizione, appartenenza, orgoglio. Sono proprio questi i valori che rendono il Borussia un caso unico in Germania, con pochi eguali in Europa. Certo, il paragone tra una città di provincia italiana che ha vinto in tutta la sua ultracentenaria storia uno scudetto, e chi può invece vantare 8 titoli nazionali, 4 Coppe di Germania, 5 Supercoppe di Germania, 1 Coppa dei Campioni, 1 Coppa delle Coppe, e 1 Coppa Intercontinentale, è a dir poco irriverente, ma la passione che anima e contraddistingue le due tifoserie è la medesima. Da qui l’accostamento: lo zoccolo duro di Verona ha tutte le caratteristiche per potersi ergere a una sorta di piccola Dortmund. E’ la forza centrifuga della base a cementare ed elevare l’ambiente al rango di comunità. Quelle sono le fondamenta su cui la casa dell’Hellas poggia da sempre. Poche sono le dimore del pallone a poter godere in Italia di un simile patrimonio. In questo Dortmund è molto più vicina a noi di quanto si possa credere.

 

Se dalle gradinate scendiamo in campo, le cose cambiano radicalmente. Non le analogie auspicabili. Alla ventesima giornata del campionato scorso, il Crotone languiva ultimo in classifica con la miseria di 9 punti, staccato di altrettanti dalla quartultima, l’Empoli. La squadra era data per spacciata. Chi la sa lunga, scriveva senza mezzi termini come l’organico fosse del tutto inadeguato per centrare la permanenza in serie A. Idem oggi a Verona. L’allenatore Davide Nicola era perennemente sulla graticola, e a più riprese se ne invocava l’esonero; idem qui per Fabio Pecchia. La società calabrese fece quadrato e sfidò la pubblica opinione nel sancirne la conferma. Dalla ventunesima alla trentottesima giornata, successe che il Crotone mise insieme la bellezza di 25 punti e ottenne una miracolosa salvezza salendo a quota 34. In B precipitò l’Empoli a 32.

 

Alla pausa natalizia Nicola lo volevano mandar via a calci nel sedere; a giugno per poco non gli fecero erigere un monumento nella piazza centrale della città. Sia mai che la storia non possa avere lo stesso epilogo qui sulle rive dell’Adige. Prendere ad esempio quell’impresa non è uno schiaffo alla nostra storia, ma semmai una pillola di saggio pragmatismo. Nicola ha abbandonato la nave quest’anno, ma la sua popolarità a Crotone non è da meno di quella di Pitagora. Sono le follie del calcio. Destini incrociati: dopo la sosta sarà proprio il Crotone a rendere visita al Bentegodi per uno scontro diretto da dentro o fuori. Appuntamento da non fallire se vogliamo continuare ad alimentare il falò della speranza.

 

Da qui alla fine auspichiamo quindi per l’Hellas una miscela di piccolo Dortmund in gradinata e grande Crotone Nicoliano in campo. HVR=pcDO+grKR(Nic), ecco allora la formula: senza l’uno nemmeno l’altro. Strano ma vero, la serie A passa da lì. Ecco perché i due modelli ce li prendiamo entrambi e ce li teniamo pure stretti senza arricciare il naso né tantomeno lasciarci andare a facili ironie. Suvvia, per quelle cose lì c’è sempre tempo. Troppo facile dedicarcisi ora lorsignori, troppo facile…

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