il visto da noi

Riflettere fa bene

Di Carmine decisivo dopo le settimane in "castigo": un esempio che ha fatto bene a lui e al Verona

Lorenzo Fabiano

«Riflettere è ascoltare più forte» sosteneva Samuel Beckett. Cosa che deve aver fatto anche il nostro Samuel, quello che con la maglia gialloblù numero 10 ha spedito la boccia da tre punti in buca contro la “sua” Fiorentina. Se uno il primo gol in serie A lo firma a 31 anni contro la squadra della sua città, che lo lanciò quand’era ragazzino, di mezzo come minimo c’è una grossa fetta di destino. E che gol: un colpo da biliardo freddo e chirurgico degno del suo concittadino Marcello Lotti, al secolo “lo Scuro”, il mago della stecca reso celebre nel lontano 1982 dalla pellicola di Francesco Nuti sul fascinoso mondo del panno verde. La notizia del giorno è che a Di Carmine la pausa di riflessione ha fatto un gran bene.

La storiella è risaputa. Dopo averlo escluso dai convocati della sfida con il Brescia, Juric ebbe a spiegare con la consueta schiettezza: «Di Carmine è rimasto fuori per una questione di principio. Penso che debba riflettere». Riflessione che è poi proseguita per la trasferta di Milano, ha avuto una pausa in occasione dell’amichevole sostenuta dal Verona durante la sosta del campionato, e si è quindi definitivamente conclusa con il gol vincente alla Fiorentina. Che fermarsi a riflettere un attimo sia un utile esercizio, lo hanno del resto ribadito tutti dalla notte dei tempi: lo sosteneva Aristotele, per il quale «l’ignorante afferma, il sapiente dubita, il saggio riflette»; sta scritto nel vernacolo delle osterie veronesi, gli ultimi avamposti della saggezza popolare, dove spesso capita di leggere sulle lavagnette che al mondo «l’unico a saver sempre tuto, l’è el mona». Non sappiamo se Juric sia un aristotelico convinto o più semplicemente faccia tesoro delle pillole di saggezza raccolte nelle osterie cittadine, fatto sta che nella sua gestione del gruppo ne applica alla lettera i principi. «Qui il mona non lo fa nessuno»: concetto ferreo e chiaro che vale per tutti, nessuno escluso. Inutile aggiungere che un mondo come quello del pallone, alle prese con quotidiane schizofrenie, di pause di riflessione ne necessita come il pane al centro tavola.

Quello di Di Carmine ne è solo un esempio: due settimane di riflessiva purga impostagli da Juric gli son bastate per ritrovare la retta via della saggezza. Aver capito, bene ha fatto a lui, e bene ha fatto soprattutto a un Verona che dei gol delle sue punte ha un gran bisogno. Una squadra che non solo naviga a vele spiegate a nodi che vanno oltre le più rosee aspettative, ma piace ogni giorno di più per il suo modo di porsi.  I risultati non sono che la traduzione sul campo di ciò che si forgia fuori. E Ivan Juric lo sa bene, se su questo tasto ha lavorato sin dal primo giorno. La sua lezione, è Sparta ma anche Atene, i suoi ragazzi sembrano averla ben recepita. Che ora l’abbia chiara pure Samuel “Beckett” Di Carmine, non è che un bene.

 

tutte le notizie di

Potresti esserti perso