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Scommessopoli, i legali del Grosseto: “Combine all’insaputa di Camilli”

La difesa del club maremmano davanti alla corte di giustizia: "Condanna illogica"

Redazione Hellas1903

Gli avvocati che tutelano il Grosseto, Mattia Grassani e Francesco Bruno, davanti alla corte di giustizia federale contestano tutto l'impianto della sentenza di primo grado, emessa dalla Disciplinare, con cui il club toscano è stato condannato alla retrocessione a tavolino in Lega Pro su richiesta della procura, rappresentata da Stefano Palazzi (nella foto)."La pronuncia della Disciplinare è illogica e basata su nessun elemento fattuale. C’è un solo collaborante, per Ancona-Grosseto, che ha accusato il presidente Camilli e l’U.S. Grosseto, Andrea Iaconi”.Questa la tesi di Grassani e Bruno, riferita all'ex ds dei maremmani. I legali proseguono nell'arringa: "Iaconi dapprima professa l’innocenza sua e della società. Poi, in seguito al deferimento, è stato folgorato sulla via di Damasco, e ha rivelato una verità totalmente diversa da quella precedentemente fornita alla giustizia".Quindi, sostengono gli avvocati, "risulta evidente che questa partitasia stata aggiustata, ma alla totale insaputa del presidente Piero Camilli. I protagonisti dell’accaduto sono alcuni giocatori infedeli ed Andrea Iaconi”.E la difesa di Camilli e del Grosseto, per bocca di Grassani, chiede il proscioglimento su queste basi: "Quelle dichiarazioni di Iaconi, l’unico che parla di Camilli per via diretta e non de relato, non sono autoaccusatorie in quanto nella prima deposizione in procura federale si diceva all’oscuro di tutto, poi dopo la condanna a 4 anni in primo grado della Disciplinare, Iaconi diventa il collaborante, l’unico soggetto che accusa il Grosseto. Il laboratorio degli scommettitori, coloro che alteravano partite con finalità di scommesse, e Camilli risponde di responsabilità diretta per un illecito di partita pareggio di cui non c’entra nulla. Grosseto aveva avuto 8 partite in danno a questo signore, su 24 punti totalizza 3 per colpa di questo manipolo di infedeli. E improvvisamente alla trentesima di campionato, diventano tutti agnellini e chiedono autorizzazione al presidente? Questa è la classica partita secondo il sistema-Carobbio, questa è l’unica con gli stessi protagonisti ma un copione completamente diverso. È credibile? Questo presidente è negli atti, ha denunciato nel 2009 il comportamento anomalo dei suoi giocatori, ma purtroppo è stato tutto archiviato".

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