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Se Atene piange…

Il Verona deve cambiare volto, ma nella parte bassa della classifica fioccano batoste per tutti

Lorenzo Fabiano

Il Pecchia furioso di venerdì lasciava presagire a una gagliarda prova d’orgoglio della sua truppa a Roma. Sapevamo che far punti all’Olimpico sarebbe stata impresa titanica, tuttavia ci attendavamo una reazione del gruppo. Non c’è stata.  L’armata spuntata continua ad essere molle, timida e fragile come una debuttante all’ingresso del salone del grande ballo. Balbetta calcio a singhiozzi sia in fase di possesso che di contenimento. Per la Roma è stato un gioco da ragazzi farne un sol boccone. Della debolezza del Verona, ne hanno parlato anche i soloni al tavolo di SKY: la cosa più carina che ne è venuta fuori è che per Caressa, Bergomi, Adani e compagnia, “il Verona è inadeguato alla categoria”.

L’allenatore è sulla graticola.  Accolto un anno in clima di diffusa diffidenza, lo è sempre stato. Ora si è fatto decisamente ostile. Nemmeno la promozione ha cambiato l’inerzia di un pensiero espresso a pollici versi. Già abbiamo scritto di come SNAI avesse quotato in estate la panchina di Pecchia come la prima a saltare. Il presidente Setti gli ha ora rinnovato la fiducia. Non ci inoltriamo nei meandri delle questioni tattiche, anche se a nostro modesto parere l’attuale sistema con i due mediani non stia dando risultati tangibili, e forse una svolta verso il 3-5-2 sarebbe auspicabile; la cosa che più preoccupa è l’atteggiamento della squadra. Con le sue scelte Pecchia continua a prendere tutti in contropiede: sarà una questione di turnover (sia stramaledetto!), ma la scelta di lasciar fuori Verde e Pazzini non l’abbiamo proprio capita.

Il povero Kean era un cavaliere errante nel deserto dei tartari. Di questo passo si va al muro contro muro, e il rischio di schiantarvisi sale vertiginosamente giorno dopo giorno. Detto questo, faremmo incazzare qualcuno, ma andiamo controcorrente e stiamo ancora per un po’ (non all’infinito) dalla parte dell’allenatore. In conferenza stampa, venerdì scorso ha tirato fuori gli artigli passando al contrattacco. Incalzato da una domanda sulla vergogna, ha risposto piccato che chi al mondo si deve vergognare è chi ruba, frega la gente, e non fa il proprio dovere. Pecchia potrà piacere o meno, ma è una persona seria, perbene e soprattutto un onesto lavoratore. Vero che lui ci mette del suo, ma la verità è che il Verona sta pagando più pesantemente del previsto il salto di categoria. Qui non vogliamo tirare la croce addosso a nessuno, ma l’esempio più lampante ne è il rendimento di Bessa, lo scorsa stagione un faro. Quest’anno non si è ancora acceso. Chiediamo un passo indietro da tutti in direzione del buonsenso: Pecchia riveda alcune delle sue scelte cervellotiche, la piazza si stringa e si compatti attorno alla squadra.  Siamo appena alla quarta giornata, alla vigilia di un partita delicatissima per il futuro del nostro campionato.

Non è mai di buon gusto guardare in casa degli altri, ma ieri il Benevento ne ha presi sei, la Spal comincia a sgonfiarsi, Crotone, Sassuolo, e Genoa hanno tutte perso. Mettiamoci anche Udinese e Chievo e ne verrà fuori un minitorneo a otto per la sopravvivenza. Siamo tutti lì. Sarà una battaglia lunga, aspra ed estenuante. Combattiamola insieme. Se Atene piange, Sparta di certo non ride.

 

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