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Settimane decisive

Dal mercato, non meno che dal campo, servono nuove risposte sulle possibilità di salvezza del Verona

Matteo Fontana

Sono settimane decisive per capire quali e quante chance di salvezza avrà il Verona in questo campionato. Non soltanto per la partita, delicatissima, in programma domenica con il Crotone al Bentegodi. A scottare sono le ore di un mercato che impone all’Hellas di uscire rafforzato per non scollarsi dalla lotta per restare in A.

 

Sono arrivati Bruno Petkovic e Ryder Matos, insieme a Deian Boldor. A partire, come ampiamente previsto e anticipato (il ds della Lazio, Igli Tare, l’aveva dichiarato con nettezza già il 14 ottobre), è stato Martin Caceres, una perdita grave per una squadra che ha un bisogno incalcolabile di giocatori di carisma e personalità.

 

Il conto della prima metà della sessione invernale lascia in sospeso le valutazioni, perché la chiusura arriverà il 31 gennaio e i giudizi sono da calibrare su quella scadenza. Di certo c’è che il Verona necessita di altri interventi. Un centrale difensivo che sappia spostarsi anche sulla fascia sinistra. Alternative per la mediana, perché se giochi con due uomini non puoi limitarti ad avere soltanto Bruno Zuculini e Marcel Büchel: occorrono alternative di struttura, dato che Bessa poco si confà al modulo (e viceversa), che Fossati è in uscita e che non si può chiedere a Franco Zuculini di andare oltre i limiti di un fisico che ha pagato un prezzo altissimo agli infortuni nelle ultime stagioni. Non basta il rientro di Zaccagni, né la presenza di Calvano, per allargare lo specchio di soluzioni a disposizione di Fabio Pecchia.

 

Il mercato di gennaio è definito “di riparazione”. Ecco, il Verona deve uscire dall’officina con un mezzo che tenga meglio la strada e che viaggi a una velocità superiore a quella che ha avuto finora, e che non è sufficiente per restare in A. Per adesso rimane “corto” dietro, da verificare in avanti e rivedibilissimo a centrocampo. Ci sono due settimane per avere delle risposte, per tessere una tela che in passato è stata decisiva per tagliare il traguardo che ci si era posti. Nel 2000 con Morfeo l’Hellas si esaltò. Nel 2013 gli innesti di Sgrigna e Agostini furono fondamentali. Nel 2015 con Pisano il Verona trovò maggiore solidità arretrata. Un anno fa gli arrivi di Ferrari e di Zuculini junior furono un carburante determinante per raggiungere la promozione. Gli esempi da prendere sono questi. Non si può sbagliare.

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