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Un cantiere senza architetto

La carenza grave del Verona? Non costruisce gioco a centrocampo

Lorenzo Fabiano

Son giorni di vendemmia, anticipata quest’anno dalla calura estiva e messa ora a rischio dai nubifragi di queste ultime ore. Come ogni anno in questa stagione, c’è chi piange e chi ride. Nella cantina del Bentegodi la Fiorentina pigia i grappoloni, il Verona versa lacrime sulla grandine. Che i problemi ci fossero era risaputo, ma non di questa portata. Per la gara con la Fiorentina regnava un clima di fiducia. I viola arrivavano al Bentegodi dopo due sconfitte consecutive tra i malumori di una piazza preoccupata per il disimpegno dei fratelli Della Valle e una politica di ridimensionamento in termini di ambizioni. Peggio non poteva andare. Vero che partite come queste nascono sotto una cattiva stella (stare sotto 0-2 dopo appena 9' è un inizio ad handicap) ma è altrettanto vero che il Verona ci ha messo del suo, e pure molto.

Al di là della goleada, ciò che più preoccupa è stata la disarmante esibizione di pochezza offerta dai gialloblù, apparsi amorfi, scarichi di idee e personalità. Se oltre a questo vien meno anche la garra la frittata è bella che pronta. Le altre due neopromosse Spal e Benevento hanno entrambe perso, ma lo hanno fatto vendendo cara la pelle al cospetto di Inter e Torino, combattendo per novanta minuti con la baionetta tra i denti. Il Verona di ieri pomeriggio, tra i denti non aveva nemmeno la saliva. Gli si è azzerata subito. Pecchia è finito per la prima volta nel mirino della contestazione. Normale che succeda, visto che al timone di una barca piena di falle c’è lui. Di errori ne fa, inutile negarlo. La debole catena di sinistra marchiata Souprayen-Fares è stata la prima a cedere. Era ampiamente preventivabile. Con Romulo a mezzo servizio, Valoti avrebbe potuto essere una valida alternativa. Detto questo, la maggior prova di sconcertante debolezza è venuta dalla linea di centrocampo dove Pecchia ha messo due mediani come Zuculini e Buchel. Poco piede, tanto muscolo e (presunta) corsa. La mossa ha avuto un duplice effetto negativo: i due non solo non hanno costruito (non è nelle loro corde), ma nemmeno hanno fatto da filtro protettivo a una difesa scoperta (questo sì era il loro compito) andata alla deriva. La Fiorentina ha tagliato a fette di pan carrè la nostra linea mediana con irrisoria facilità.

E’ evidente come il Verona non abbia un regista, un uomo in grado di vedere il gioco, di dettarne i tempi e organizzarne la manovra. E’ un cantiere edile senza un architetto che diriga i lavori. Ieri il vulnus è emerso in tutta la sua allarmante interezza. Bessa la scorsa stagione è stato il faro nella manovra del Verona. Ci pare quest’anno stia pagando più del previsto il salto di categoria. In difficoltà, non accende la luce e sul centrocampo del Verona scendono le tenebre. Fossimo in Pecchia cercheremmo di responsabilizzarlo maggiormente affidandogli le chiavi del cantiere. Come? Arretrandolo di dieci metri in modo che tocchi a lui impostare l’azione.. Lui si definisce una mezzala: ma in questo momento il Verona ha bisogno come il pane di un regista basso alla Pirlo che veda e faccia gioco. Bessa ne avrebbe le caratteristiche in quanto a tecnica e visione. Se non lui, chi altro? Per quanto riguarda il resto, non ci resta che sperare nell’effervescenza dei due talentosi teenagers e nel recupero di Cerci. Scommesse? Certo che sì. Questo Verona è nato al tavolo verde. Le certezze costano, sul portafogli gravano certamente meno i punti interrogativi. Ma questa è tutt’altra storia da raccontare.

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