Dopo gli assist, il gol. Suonano le cornamuse, insieme alle campane, a Verona, per la vittoria dell’Hellas con il Crotone. Liam Henderson, in questo caldo debutto d’autunno, porta il vento di Scozia in una squadra che non ha neppure il tempo per gustarsi il primo posto in classifica. Domani, al Bentegodi, c’è lo Spezia, ed Hendo, come tutto il Verona, non ha rifiatato. Avanti tutta: dalle Lowlands con furore.
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Vento di Scozia
Così Henderson è diventato irrinunciabile per l'Hellas di Grosso
PROFESSIONISTADicono di lui che sia un professionista talmente radicale da toccare punte d’integralismo. Alla battuta, inviata per messaggio da un amico dopo la rete di sabato, che gli chiedeva se si sarebbe concesso perlomeno una birra per festeggiare, ha risposto senza lasciare dubbi: martedì si gioca, non è il momento per le celebrazioni, vietato sedersi. Al limite del monacale nella preparazione, Henderson vive per il calcio. Grande il legame con la famiglia, svaghi contenuti, minime concessioni ai social network, perché, appunto, è il pallone che comanda. Questione di passion. Ed è questa la grande affinità con Fabio Grosso, un altro che si è conquistato la gloria nel pallone grazie alla dedizione che gli ha permesso di salire dalle categorie inferiori fino a diventare campione del mondo, da protagonista, in Germania, nel 2006. Proprio Grosso ha saputo esaltare le caratteristiche di Henderson, assecondando un feeling naturale.
RAPPORTOL’intuizione, a gennaio scorso, fu di Sean Sogliano, d.s. del Bari che, per tre anni, è stato l’uomo-mercato del Verona, nelle stagioni della scalata e del consolidamento in Serie A. Un periodo in prova in biancorosso, in arrivo dal Celtic, l’okay al trasferimento, l’esperienza italiana partita subito al meglio. Henderson ha incontrato Grosso e l’intesa è scattata al primo sguardo. Si sono capiti, i due, che hanno un temperamento analogo. Ossia, poche parole e molti fatti, giù di buzzo buono, senza permettere a se stessi di fare sconti. Ancor di più, una comune tendenza a mettersi in discussione, indirizzata verso l’autocritica: “Con il Padova non ho fatto quel volevo”, ha detto Henderson dopo l’esordio in campionato con il Verona. In effetti, nell’1-1 del derby, lo scozzese ha vagato senza bussola, e per chi lo segue con attenzione lo stupore ha prevalso: uno così difficilmente sbaglia più di una partita. E, infatti, la risposta è stata immediata.
NATO PRONTOCon la Juve Stabia, in Coppa Italia, Henderson ha fornito i passaggi decisivi per i gol di Pazzini e Di Carmine. Con il Carpi, in campionato, il suo colpo di tacco per la pennellata di Karim Laribi che ha aperto il tabellino ha meritato una speciale nomination. Poi, ecco la trasferta di Crotone. Un tocco di destrezza ha dato il via al successo del Verona, propellente essenziale per lo scatto verso la vetta. Tutto questo, abbinando nel gioco la sostanza e la forma. Pura Scozia, già: il paese di Sean Connery e di Arthur Conan Doyle, di Walter Scott e Alex Ferguson, di Bon Scott e Gordon Ramsay. Talento, irruenza, classe. Il servizio è completo. Devi essere nato pronto, per essere così. Oppure, meglio ancora, totalmente scottish. Ed Hendo, in questo senso, è una certezza.
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