Il Verona non ha la minima intenzione di cambiare il suo tecnico. Come Sean Sogliano aveva chiaramente spiegato dopo Bergamo, non è nel suo modo di lavorare quella di esonerare un allenatore che ha scelto, in cui crede e del quale ha totale fiducia. La linea di galleggiamento per la salvezza, nonostante le tre sconfitte di fila, è tenuta, e oggi la squadra sarebbe salva.
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Verona, avanti (a stento) con Zanetti
In fondo (alla classifica) basta una vittoria per rialzarsi e rilanciarsi, contando sul fatto che poco più sotto la graduatoria si muove a ritmo ridottissimo. Questa è la speranza, ma di più, la convinzione in casa Hellas. Già domenica prossima c'è l'occasione per poter svoltare.
Piaccia o meno questa è la linea, al di là di fantomatiche ipotesi di ritorni in panchina sponsorizzati da qualche quotidiano a metà tra il nostalgico e il "siamo alla frutta".
Che questa politica di fiducia estrema in Zanetti sia la strada giusta lo dirà solo il campo, perché è evidente che di fronte a ulteriori passaggi a vuoto si dovrà ricorrere ad un cambio, e si dovrà fare mea culpa. In tutto ciò il bilancio attuale della guida tecnica è certamente negativo, e lo dicono i numeri.
Si è abbassata talmente l'asticella nelle dichiarazioni e nelle letture di ciò che accade che sembra che il Verona abbia una rosa di brocchi presa a caso con la quale compiere un miracolo da gridare al mondo. Ma così non è. Il gruppo è nel complesso di miglior qualità del "Verona 2" dello scorso anno col quale chi ora insegna calcio ai vertici della A e dell'Europa (League) aveva sì, compiuto un miracolo sportivo.
Zanetti ha le occasioni e il tempo per invertire la tendenza. E, si dice, chi ha tempo non aspetti tempo.
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