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VERONA, I PIÙ E I MENO DEL MOMENTO

Moras baluardo, Sala sta deludendo. E le maglie...

Alessandro Agnoli

I PIÙ

MORAS: più volte criticato nella passata stagione, e colpevole di aver commesso qualche errore di troppo insieme al suo compagno di difesa “El Gran Capitan”, Vangelis Moras si è dimostrato fin qui uno dei giocatori più affidabili dell’intera rosa. Contro il Chievo ha regalato disimpegni, cattiveria e voglia di portare a casa il risultato. Con Marquez ai box le responsabilità della delicata e tanto criticata “fase difensiva” sono aumentate, ma il greco si è letteralmente preso in mano l’intero reparto arretrato. Guerriero.

RAFAEL: si è presentato al derby con un’improbabile casacca color rosso Uni-posca. Roba che neanche Frey ai tempi di gel e meches bionde. Altri tempi. Spesso criticato e messo alla gogna, il portiere brasiliano contro il Chievo ci ma messo una pezza in più occasioni.  E se anche Wojciech Szczęsny (per i comuni mortali sces-zni) commette certi erroracci, anche a uno come il buon Rafa, lui che c’è da prima di Busto, possiamo (forse) concedere qualche uscita a vuoto.

APPROCCIO ALLA GARA: l'approccio alla gara da parte del Verona visto nel derby è stato in alcuni punti del match entusiasmante e propositivo.  La grinta vista contro la squadra di Maran fa ben sperare per il futuro.

 

I MENO

ROSA E CAMBI: il fatto di avere più di metà squadra in infermeria suona più come un alibi che altro. Perché se è vero che là davanti ti manca il capocannoniere della passata stagione è anche vero che nove undicesimi della squadra messa in campo da Mandorlini rimane la squadra titolare tanto cara al tecnico di Ravenna. I cambi potevano essere gestiti meglio, e la strada per vedere un gioco più concreto pare ancora irta e piena di ostacoli.

SALA: si pensava che quest’anno dovesse essere per l’ex Amburgo l’anno della svolta e della consacrazione.  Dopo i noiosi e continui infortuni della passata stagione, Jacopo si era riconquistato il posto in squadra a suon di gol e prestazioni che lasciavano intravedere per il Verona un futuro radioso.  Ad oggi però le cose suonano un po’ diverse e ci dicono che il Sala della passata stagione non si è ancora visto. Si pensava che a dar fastidio fossero le insistenti  voci di mercato, e che una volta finite, il Verona avrebbe avuto tra le mani il vero colpo di mercato targato Setti & Co. Le gare giocate fin qui ci dicono ben altro e a parte qualche sprazzo di buon calcio, il jolly bergamasco risulta lento e spesso sulle gambe.

MAGLIA: Se quello con il Chievo non sia il vero derby, non è poi così importante. Resta il fatto che in questo momento a Verona c’è una squadra che non rinnega il suo passato e che porta sulle spalle i suoi veri colori storici (bianco-azzurro) con tanto di simbologie scaligere. Dall’altra un club che nelle partite più significative del campionato preferisce indossare una maglia priva di qualsiasi logica e sentimento.

ALLENAMENTI A PORTE CHIUSE: È stato in queste settimane un Verona lontano dalla sua gente e gli allenamenti a porte chiuse non aiutano di certo. Il Verona ha bisogno del suo pubblico e dei suoi tifosi come i tifosi hanno bisogno del Verona. I numeri parlano e dicono che quando i gialloblù si sono lasciati avvolgere dal calore dei veronesi la squadra ha reagito portando in cascina, lo scorso anno, le importantissime vittorie su Napoli e Chievo.

 

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