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Verona in emergenza? Pazzo, ricomincia da tre

Il capitano gialloblù a Bergamo da ex. Il suo carisma, contro l'Atalanta, sarà fondamentale

Matteo Fontana

Ricomincia da tre, Giampaolo Pazzini. Lo fa dopo un derby perso, domenica, in cui si è caricato sulle spalle l’Hellas, che a fine primo tempo, sotto nel risultato e nel computo degli uomini in campo – era stato espulso Bruno Zuculini – sembrava destinato a subire una lezione spietata da parte del Chievo. Il Pazzo, con gli altri gialloblù, ha rimesso in piedi la sfida. Ha trasformato con la consueta glaciale freddezza il calcio di rigore del 2-2. Ha speso ogni energia, fino ad andare in riserva. Fabio Pecchia ha deciso di toglierlo per cambiarlo con Moise Kean. Nel giro di pochi minuti, la legge di Murphy ha colpito, più precisa del classicissimo orologio svizzero: la rete di Sergio Pellissier ha avuto l’effetto dell’ultimo punto di un tirato duello tennistico. Game, set e match.

SU LA TESTA Il Pazzo si è ripreso il Verona. L’aveva già fatto nelle scorse settimane. Nel derby ha confermato quello che, a guardar bene, non era un mistero: il leader che serve all’Hellas è lui. Con il Chievo ha siglato il terzo gol del suo campionato. Un altro penalty, come già avvenuto col Napoli e con il Torino. Le statistiche parlano chiaro: si tratta della marcatura numero 110 per Pazzini in Serie A. Tra i giocatori in attività, soltanto Fabio Quagliarella gli sta davanti (è a 113). Con il Verona, è arrivato a quota 32, cosa che l’ha portato al venticinquesimo posto nella classifica dei marcatori gialloblù di ogni tempo. Se dall’altro lato del campo la festa e i sorrisi sono stati tutti per Pellissier, Pazzini è rientrato negli spogliatoi con lo spirito di un capo Sioux. Alla maniera di Tatanka Yotanka, ossia Toro Seduto, ha alzato subito la testa. La pioggia che ha scesa copiosa su Verona domenica è stata un lavacro per i peccati dell’Hellas, condannato dalle troppe ingenuità, ma ha restituito alla squadra il miglior Pazzini.

EX Adesso sarà subito ora di tornare in campo e per il centravanti del Verona la partita avrà connotati che, seppure il tempo sia passato, rimangono calorosi: in programma c’è la trasferta a Bergamo con l’Atalanta, squadra e club in cui Pazzini è cresciuto, addestrato nelle giovanili dopo che lo storico osservatore nerazzurro Antonio Bongiorni l’aveva scoperto quando, ragazzino, giocava nel Margine Coperta, spiccando per talento sul campo sportivo “Renzo Brizzi”. Da lì il volo verso Zingonia e una crescita impetuosa, guidata dagli insegnamenti di Mino Favini, leggendario responsabile del vivaio atalantino. Lì ha debuttato da professionista, lì ha segnato i primi gol. Il debutto in B nel 2003, con immediata promozione, quello in A nel 2004, con tanto di gol all’esordio, nel 2-2 della prima giornata con il Lecce. Da allora, di marcature, ne sono arrivate altre 109, con il vertice in campionato raggiunto nel 2009-2010 con la Sampdoria: 19 reti per cogliere una clamorosa qualificazione ai preliminari di Champions League. Gli anni passano, le ginocchia del Pazzo risentono di qualche scricchiolio, ma lui rimane un evergreen, come una di quelle canzoni che non passano mai di moda. Un disco da far suonare anche a Bergamo, nel posto in cui lasciato una fetta di cuore.

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