gazzanet

Verona, manca una montagna di gol: – 9 rispetto all’anno scorso

Andrea Spiazzi

Lo scorso anno 12 reti da chi non c'è più. Cioffi alla ricerca di nuove soluzioni

Una montagna. In sole sette gare di campionato il Verona ha segnato 9 gol in meno rispetto alla passata stagione. Un numero imponente che a maggior ragione per una squadra che deve salvarsi segna un solco gigantesco tra un cammino tranquillo verso la meta e uno alquanto impervio.

[an error occurred while processing this directive]

La risposta sul perché di questa voragine è fin troppo scontata. Non ci sono più gli uomini gol, spazzati dal mercato, e chi è arrivato, o chi è rimasto, non è per ora all’altezza di quei numeri.

Lo scorso anno dopo sette giornate sono stati 15 le reti realizzate. Considerando solo la forza d’urto dell’attacco, compreso di centrocampisti offensivi e trequartisti, il Verona ne aveva messi a segno 12 su 15: 3 Kalinic, 2 Simeone (che giocò come Caprari solo dalla terza di campionato), 2 Caprari, 2 Barak, 2 Zaccagni, 1 Bessa. A loro si aggiunsero Faraoni con 2 gol e Ilic con uno.

Quest’anno i gialloblù hanno messo la palla in rete solo 6 volte: 2 volte con Henry, una con Lasagna, Kallon e Doig (con la Sampdoria ci fu poi l’autorete di Audero propiziata dal colpo di testa di Henry). Hanno segnato gli attaccanti, sì, ma il confronto 6-15 è impietoso come quello di 4-12 del reparto avanzato allargato.

I punti in classifica erano 3 in più (8-5), nonostante i tre zero di fila con Di Francesco. La curiosità è che il Verona di Di Francesco e Tudor nelle prime sette partite subì un gol in più di quello di Cioffi: 14-13. Ma le deficitarie prove iniziali del reparto arretrato furono più che compensate dalla mole di gol fatti.

Oggi il Verona ha la terza peggior difesa e il quinto peggior attacco assieme a quello di Lecce ed Empoli.

Cioffi dovrà ottenere ben di più da entrambi i reparti (meglio supportati da quello di centrocampo) con gli uomini che ha. Ma è l’attacco che preoccupa e che segna la maggior differenza rispetto al precedente anno. Dei tre tenori (40 gol in una stagione) non ne è rimasto manco uno. C’è da augurarsi che Verdi e Hrustic possano portare gol e assist, magari con una nuova formula davanti che preveda anche l’impiego di Kallon. La coperta è corta e l’estate è finita.