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Verona-Roma, gli ex: Verre, il ragazzo cresciuto all’ombra del Colosseo

Il centrocampista dell'Hellas di fronte al suo passato giallorosso

Francesco Cazzola

Fa sempre una sensazione strana trovarsi di fronte, da avversario, alla squadra in cui si è cresciuti, grazie alla quale si è realizzato il sogno di poter diventare un calciatore.

È quello che probabilmente penserà anche Valerio Verre, una delle piacevoli sorprese della squadra di Juric. Classe 1994, il giovane centrocampista è cresciuto a Roma e nella Roma.

Gli inizi risalgono al 1998, all'età di quattro anni. Poi, dal 2005, il settore giovanile giallorosso: di categoria in categoria, fino ad arrivare alla vittoria del campionato di Primavera nel 2011. Luis Enrique, allora tecnico della prima squadra, vede in lui del potenziale, aggregandolo con i "grandi" già a diciassette anni. Esordisce in Europa League, ma non in Serie A. Per quella dovrà aspettare l'anno dopo, quando verrà mandato in prestito al Siena.

Tre stagioni in B, tra Palermo, Perugia e soprattutto Pescara. Qui la promozione nel massimo campionato, dove finalmente trova continuità. Una vetrina che gli permette di mettersi in luce: la Sampdoria resta convinta, e decide di prenderlo. 19 presenze, poi altro prestito, di nuovo al Perugia in B. Un'annata da protagonista, con 12 reti realizzate, attira l'attenzione del Verona, che punta forte su di lui. Solo una panchina, contro il Napoli, poi sempre in campo: con la maglia gialloblù segna anche il primo gol in Serie A, su rigore a San Siro contro l'Inter.

Verre, passo dopo passo, ha conquistato la piazza. Talento indiscutibile, alcuni top club hanno già messo gli occhi su di lui. Ma Valerio adesso ha in mente l'Hellas e la salvezza. E domenica vuole mostrare a Roma e alla Roma il giocatore che è diventato.

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