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VISTO DA NOI Gibellini-Mandorlini: e chisseneimporta?

A nulla giovano le polemiche, quello che conta è il Verona

Redazione Hellas1903

Andrea Mandorlini è deciso più

che mai: il suo obbiettivo è andare in A col Verona. Prima ancora è l’obbiettivo

della società di Setti, certo, ma che l’allenatore di Ravenna ha fatto suo

immediatamente.

Il mister sa che quella che gli

hanno messo a disposizione è una squadra fortissima. Sa che Verona attende

questo momento da dieci anni. Conosce la gloria che ne avrebbe, tramandata ai

posteri, sempiterna finchè il calcio esisterà, e anche oltre. E ci mancherebbe

che non fosse così, per chi nel giro di pochi anni si fregiasse di aver portato

il Verona dall’inferno della C al paradiso del massimo campionato.

Le due recenti vittorie gli hanno

dato, anche nei toni, sicurezza. Quella che ci voleva per far partire il motore,

dopo i giri di prova delle prime due giornate di campionato. E ora “occhi di

ghiaccio” vuole mostrare gli occhi della tigre, come in quell’entusiasmante

scalata alla B.

Per questo ai tifosi nulla

interessa (se non, di contro, infastidisce) la diatriba con Gibellini e per

questo non giova rintuzzare il fuoco andando a chiedere a Mandorlini la replica

alle parole dell’ex ds e avanti così. E’ ridicolo e dannoso questo giochino che

induce a parteggiare per l’una o per l’altra parte, a danno della storia

passata e futura del Verona.

Chi gioca a schierarsi per l’uno

o per l’altro a seconda delle offese più o meno andate a segno svilisce la

storia di chi, come Gibellini, ha portato il Verona in A coi suoi gol e poi per

tre volte ha costruito fior di squadre (spesso con pochissimi denari a disposizione)

e del mister di Ravenna a cui nessuno mai potrà togliere il merito di essere

stato la guida nella resurrezione dalla Lega Pro. Quindi svilisce la storia del

Verona, di fatto infangandone gli interpreti.

Entrando nel merito, se Gibellini

ci è andato pesante con le frecce a fine campionato scorso raccontando fatti di

vita interna alla società e accusando Mandorlini di numerose scorrettezze nei

suoi confronti, (peraltro mai smentite dalle parti chiamate in causa), dall’altra

Mandorlini ha usato le bombe con termini come “miserabile e verme” nei

confronti di chi la squadra l’aveva costruita. Nessuno, e questo è il vero fatto

grave, si è imposto in seno al Verona per “richiamare” i litiganti (già in

cattivi rapporti da tempo) a una miglior condotta e questo ha dato il là alla

telenovela tra i due, di cui oggi speriamo di aver visto la puntata finale.

Ma se così non sarà confidiamo

che almeno i round successivi si disputino in altre sedi. Per una volta, almeno

nel calcio, che i processi non si facciano sui media. E che sia il Verona, alla

fine, a trionfare: che è l’unica cosa che conta.Andrea Spiazzi

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