Sento aria di rivoluzione. Mica serve un olfatto da
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VISTO DA NOI: RIVOLUZIONE IN CORSO
I cambiamenti di Setti per un Verona che conti di più
segugio, per accorgersene, quando entri in via Torricelli. Tanti volti nuovi,
tante competenze modificate o aggiunte.
Maurizio Setti sta rivoltando come il classico
calzino l’Hellas. Organigramma stravolto, e nel giro di una manciata di giorni.
Di fatto quel che si comprende al volo è che il 20 percento che detiene
Giovanni Martinelli è una minoranza non solo formale, ma anche sostanziale.Il Verona che è stato, con i suoi pregi e i suoi
difetti, fino a metà giugno, ora non è più. Non tanto per l’ingresso in carica
come direttore sportivo di Sean Sogliano, quanto per tutto quello che è stato
il conseguente effetto domino.
Massimiliano Dibrogni alla segreteria generale.
Responsabile del vivaio Roberto Gemmi. Infine, Giovanni Gardini direttore
generale. Una società cambiata, e non c’è voluto molto. Progetto (termine di
cui spesso per primi noi media abusiamo) diverso, necessità diverse.
Il Verona di Martinelli aveva delle lacune nella rappresentatività
in certe sedi. Già ho scritto di quanto avvenuto nella riunione preparatoria
dei playoff, con l’Hellas che, al summit tra dirigenti e arbitri, ha inviato la
sola segretaria Nicoletta Manfrin. Che poi la direzione di Davide Massa, ora
fresco di promozione in Can A, abbia avuto origine da questo episodio, non si
può sostenere né dimostrare, ma di sicuro serve più attenzione in determinate
sedi se attenzione si vuole ricevere.Eh sì, amici vicini e lontani: il calcio è anche
politica. Anzi, in Italia l’aspetto dei buoni rapporti, delle relazioni che si
intrecciano, delle grandi alleanze e della ragion di Stato è essenziale quanto
quello di un buon attaccante da ingaggiare o di un portiere che non sbaglia in
uscita.
A volte, a dirla tutta, anche di più. Dinamiche,
queste, che al puro tifoso, che giustamente vive solo di passione, sfuggono, o
risultano antipatiche e/o odiose.
Ma la realtà è questa. E solo un club con basi
solide può fronteggiarla con i mezzi necessari.
La rivoluzione di Setti nasce (anche) da qui. E, per
quel che mi concerne, è l’unica via possibile per avere un Verona più competitivo
in tutti i settori.
Matteo Fontana
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