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Il termine è anglosassone: spoil system, ossia “sistema
del bottino”. Chi vince si prende tutto. Si usa in politica: quando cambia un
governo, l’effetto domino che ne consegue porta a mettere uomini di fiducia in
tutte le posizioni di controllo. Un principio che assicura affidabilità e che
non è necessariamente uno strumento di prevaricazione. Dipende sempre da quelli
che sono quegli stessi uomini di
fiducia.
Per questo, ed è inevitabile, al Verona, con la
nuova proprietà, en attendant Maurizio
Setti, ci sarà una mezza rivoluzione. E, d’altronde, l’Hellas ha dimostrato di
avere delle carenze strutturali che, se uno pensa male, già spiegano certi
svarioni arbitrali più dell’abusata teoria del complotto. Le perplessità del
capo della Can B, Domenico Messina, quando all’incontro preparatorio dei
playoff ha visto che il Verona era rappresentato dalla sola segretaria
Nicoletta Manfrin, mentre le altre società erano schierate al completo degli
organigrammi, sono eloquenti.L’Hellas di Setti è l’Hellas di Sean Sogliano. Direttore
sportivo rampante e dalla scorza dura, di quelli che non si fanno tirare in
mezzo dai procuratori o comandare dagli allenatori. In niente. Con lui,
Massimiliano Dibrogni, segretario generale che ha fatto la gavetta in
Federcalcio e ha lavorato all’Ufficio Indagini.
Non finisce qui. In uscita c’è Benito Siciliano.
Filo conduttore dei tre anni e mezzo del Verona con Giovanni Martinelli proprietario
unico e presidente. Spesso criticato, Siciliano, ma a lui vanno riconosciuti i
meriti di aver tenuto la barra al centro nell’Hellas dopo il disastro della
mancata promozione con Nereo Bonato plenipotenziario. Un bagno di sangue sul
piano finanziario che Siciliano ha tamponato, mentre Mauro Gibellini impostava
la squadra che, dopo l’errore di scegliere Giuseppe Giannini come tecnico, è
stata promossa con il lavoro eccellente del subentrato Andrea Mandorlini.
Siciliano, con Martinelli in minoranza, non avrà
ruoli decisionali. Quindi si sposterà a collaborare ad altre aziende del’imprenditore
di Sandrà. Bizzarro in certe decisioni, sempre pronto allo scontro con Palazzo
Barbieri, comunque ai suoi detrattori ad oltranza va anche ricordato che
Siciliano un campionato, da dirigente del Verona, l’ha vinto, e non è poco. Ancora: rinnovamento del settore giovanile. Sean
Sogliano punta su Roberto Gemmi, suo storico scout. Stefano Ghisleni, che è
sotto contratto come responsabile del vivaio, sarà collocato, con ogni
probabilità, ad altri compiti. Allenatore di una selezione, forse i
Giovanissimi, oppure organizzatore dei camp e dell’attività di base.Infine, per quelli che tifano a prescindere contro l’ingresso
di Setti nell’Hellas, per i più svariati motivi (il più pacchiano è quello
della sua non veronesità, neanche fosse un reato: non mi sembra che lo sceicco Mansour sia nato con la
sciarpa del Manchester City al collo, o che Di Benedetto abbia natali romani) l’avvertenza
è semplice: con il solo Martinelli il Verona non potrà andare avanti per molto.
Il presidente ha speso tanto, la salute gli manca. Cercava un compagno di
viaggio. L’ha trovato in Setti. Non partire prevenuti nei suoi confronti è un
dovere di minima intelligenza.
Matteo Fontana
© RIPRODUZIONE RISERVATA