storie

110 ANNI, 100 GRANDI. I BIG DELLA STORIA DELL’HELLAS VERONA, QUARTA PARTE

Dal 70esimo al 61esimo posto, la galleria dei miti gialloblù

Redazione Hellas1903

 

70 ANTONIO MARASCO

Il carburatore di uno dei Verona più belli, quello del biennio con Cesare Prandelli in panchina. Una vita da mediano, propone in campo il vigore e lo spirito di una tifoseria che non molla mai. Simbolo di un periodo ammaliante.

 

69 DOMENICO MAIETTA

Ingaggiato dal Verona in Prima Divisione nell’estate del 2010, è uno dei trascinatori dell’ascesa dai bassifondi del calcio professionistico fino alla A. Anima e cuore, segna, da difensore, gol epici, su tutti quello al Torino, con una fuga solitaria chiusa da un pallonetto maestoso.

 

68 ALBERTO BATISTONI

Ranghino, Savoia e lui: il trio di trincea dell’Hellas è a lungo questo. Coriaceo ma sempre composto, per sei stagioni gioca nel Verona, al primo tentativo è uno dei protagonisti della promozione in A, nel 1968. Rimane in gialloblù fino al 1973, sempre da insostituibile.

 

67 FRANCESCO GUIDOLIN

Verona è casa sua: in gialloblù viene allevato, debutta da professionista, matura e diventa calciatore. Centrocampista geometrico, l’indole non è battagliera e per questo, in carriera, raccoglie meno di quanto potrebbe. Dal 1975 al 1984, con alcune interruzioni, all’Hellas. Uno dei primi pupilli di Osvaldo Bagnoli.

 

66 MARTIN LAURSEN

Biondo, con gli occhi azzurri, alto, un principe da fiabe nordiche che fa breccia nel cuore di Verona. Lo limitano gli infortuni, ma si ritaglia, in tre annate, lo spazio riservato ai più grandi tra i difensori gialloblù di sempre. Epico il suo gol alla Reggina nell’andata dei playout di Serie A nel 2001.

 

65 EZIO ROSSI

In campo è un guerriero. A Verona lo vuole Eugenio Fascetti, che l’ha allenato nel Torino. Dal 1990 al 1993 è un tassello fondamentale per la polivalenza e per il temperamento da condottiero. Uno dei perni della squadra che centra la A nel 1991.

 

64 VITTORIO PUSCEDDU

Piede sinistro di devastante potenza, tanto da meritarsi il soprannome di “Dinamite”. Terzino fluidificante che il Verona prende per due lire nel 1989 e che sale alla ribalta per generosità e impeto. Una furia sulla fascia mancina.

 

63 GIANCARLO CADE’

Va e viene tre volte dal Verona. Nel 1968 prende il timone della squadra, appena promossa in A, da Nils Liedholm, dopo essere stato allenatore dell’Hellas già nel 1964-’65. Con lui è calcio effervescente, se ne va nel 1970 per tornare due anni dopo. In panchina fino all’esonero in B (1974-’75), il suo terzo approdo in gialloblù, nel 1980, è poco fortunato. Ma resta un tecnico icona.

 

62 MICHELE COSSATO

L’Eroe di Reggio Calabria. Segna il gol che, al Granillo, consente al Verona di salvarsi dalle fauci della B. Attaccante grintoso, arriva all’Hellas dopo aver speso le stagioni migliori e più prolifiche con Chievo e Venezia. Fa in tempo a scrivere pagine mitiche.

 

61 KLAUS BACHLECHNER

Le origini altoatesine gli regalano un cognome che ai più risulta impronunciabile. In difesa è una roccia, uno di quelli che, se sei un attaccante, ti tolgono il fiato. Esce dal vivaio del Verona e in gialloblù, nella seconda metà degli anni ’70, è la chiglia che sostiene la barca comandata da Ferruccio Valcareggi. Poi gioca con Bologna e Inter.

 

(4. Continua)

 

Potresti esserti perso