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110 ANNI, 100 GRANDI. I BIG DELLA STORIA DELL’HELLAS VERONA, QUINTA PARTE

Dal 60esimo al 51esimo posto, la galleria dei campioni gialloblù

Redazione Hellas1903

 

60 ROMOLO BIZZOTTO

Nella Verona postbellica, è lui a guidare la squadra gialloblù sul campo: arriva dall’Audace e si impone come classico mediano, generoso e pieno di determinazione. Tra il 1945 e il 1949 veste il gialloblù, lo nota la Juve che lo preleva. In bianconero vince due scudetti. Di nuovo al Verona per una stagione da allenatore, nel 1960-’61, come tecnico salirà alla ribalta in seguito, da secondo di Vycpalek e Trapattoni sempre con la Vecchia Signora.

 

59 ADRIAN MUTU

Un campionato all’insegna delle bizze, un altro da fuoriclasse. Nel 2000 viene girato all’Hellas dall’Inter, è un puledro che non si doma e non entra nei meccanismi di un gruppo che si salva allo spareggio con la Reggina. Ma l’estate dopo rinasce: bloccata la sua cessione al Besiktas, si esalta nel gioco di Alberto Malesani. Segna 12 gol, alcuni sono gioielli purissimi. Ma il Verona crolla in B.

 

58 NILS LIEDHOLM

Scommette su di lui Saverio Garonzi. Ha appena chiuso una maestosa carriera da giocatore, il Commenda gli affida la panchina. In coppia con Ugo Pozzan salva l’Hellas nel 1967. Poi timona il Verona alla promozione in A, l’anno dopo. Lascia da gentiluomo: Garonzi aveva scelto Cadè per sostituirlo, poi fa marcia indietro, ma Liddas non vuole che il presidente manchi alla parola già data. Il suo ritorno in gialloblù nel 1992 non avrà uguale fortuna: subentra a Fascetti nelle ultime partite, insieme a Corso, ma la squadra sprofonda in B.

 

57 LUIGI MASCALAITO

Colonna della difesa gialloblù, efficace muraglia a copertura di un Verona che, in A, combatteva giornata dopo giornata per la salvezza. Lui, inchiodato all’indietro, dava compattezza e mai si arrischiava troppo oltre la metà campo, tant’è che non ha mai marcato un gol in campionato con l’Hellas, di cui poi è stato allenatore. Subentra a Cadè nel 1975, e la promozione arriva allo spareggio di Terni con il Catanzaro. Nel 1978 comincia la stagione con un Verona rinnovatissimo che affonda in B, mentre lui viene esonerato e lascia il posto a Beppe Chiappella.

 

 

 

56 ITALO GHIZZARDI

Lo chiamano el fiol del cogo perché suo padre lavora al ristorante “Torcolo”, in centro storico. Portiere ed enfant du pays, debutta a diciotto anni nel Verona, con cui rimane dal 1955 al 1960, contribuendo alla prima promozione in Serie A. I suoi interventi accendono gli entusiasmi dei tifosi assiepati sugli spalti del vecchio Bentegodi.

 

55 MAURO GIBELLINI

Con Nico Penzo forma, nel campionato 1981-’82, uno dei duetti d’attacco più magistrali della storia del Verona. Lo soprannominano “Fosforo” per la grande intelligenza tattica, ma è il gol il suo mestiere. Ne segna di pesantissimi nel primo Hellas di Osvaldo Bagnoli, quello che centra la A veleggiando al primo posto cadetto. Ceduto nell’autunno seguente, al Verona sarà responsabile del settore giovanile e, per due volte, direttore sportivo, scoprendo talenti preziosi.

 

54 NICOLA FERRARI

Simbolo del Verona che dalla Lega Pro arriva in A in tre campionati. Per mezza stagione non convince, il pubblico lo fischia. Dopo, un boom: sono i suoi gol a spingere l’Hellas verso la B. Ne fa tre nel corso dei playoff, due alla Salernitana, decisivi. Tra i cadetti è il perno in attacco, il primo anno. Dopo, un’iniqua squalifica per il presunto coinvolgimento in un datato caso di scommesse gli costa mesi di stop. Quando riprende, dalla sua carica agonistica il Verona trae la forza per raggiungere il traguardo.

 

53 AURO BASILIANI

Per sette anni al Verona: comincia nel 1956, saluta nel 1963. Terzino accorto, leader emotivo sul campo, quando i gialloblù centrano la prima promozione in A, nel 1957, c’è lui tra gli alfieri della rosa. La retrocessione non intacca il suo legame con l’Hellas, con cui percorre le stagioni alterne della B.

 

52 PIERLUIGI BUSATTA

Viene soprannominato “il muto di Marostica”, perché è silenzioso, ma quando gioca la sua presenza è una miscela di vigore e coraggio. Sono 160 le presenze in campionato con il Verona, dal 1972 al 1978, e sue le scorribande per dare impeto all’azione gialloblù sono materia poetica. Quello che i piedi eleganti di Mascetti e il senso geometrico di Maddè costruiscono a centrocampo, lui lo conserva con l’anima del più classico mediano.

 

51 ANGELO PICCIOLI

Al Verona da giocatore e come allenatore. Chiude la carriera agonistica in gialloblù, ed è da qui che parte la sua esperienza da tecnico. In B,  guida una squadra che si forma poco per volta e che inizia a coltivare ambizioni affascinanti. Dopo un anno di inattività, nel 1954 riprende le redini del gruppo e con lui in panchina ecco che arriva il tanto sognato trionfo: la A è una certezza nel 1957. Piccioli resta ma la nuova categoria, dopo un avvio folgorante, si fa dura. Ne fa le spese lui, che viene allontanato, ma è retrocessione.

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