Comincia ad avere una prima identità il Verona, nel ritiro di Santa Cristina, in Val Gardena. Questo perché c'è uno zoccolo duro di giocatori che assicura continuità rispetto a quanto fatto nella passata stagione e poi per l'arrivo di nuovi innesti. Il mercato è complicato e difficile, i club sono guardinghi e usano grande prudenza per effettuare qualsiasi operazione. Comunque, l'Hellas ha inserito nel gruppo Mert Cetin, Giangiacomo Magnani, Kevin Ruegg e Ivor Pandur. Inoltre, ha riscattato per intero, confermandolo di conseguenza, Koray Gunter. Molto resta da fare e ci sono, tra l'altro, delle situazioni aperte che pesano, a cominciare da quella che riguarda la cessione di Marash Kumbulla.
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Restare in Serie A è (anche) una questione di buona memoria
Il Verona prende forma in ritiro. Lavoro e umiltà i principi fondamentali, ricordando sempre da dove si arriva
L'esercizio utile da fare in questo periodo spinge ad essere realisti e, soprattutto, ad avere buona memoria, cosa che aiuta sempre a restare in Serie A. Ebbene sì: la salvezza è l'obiettivo. Chi pensa che il Verona bellissimo dello scorso campionato sia un punto di partenza per avviarsi a un agevole miglioramento dei risultati straordinari conseguiti (e chissà cosa sarebbe successo non ci fosse stata la devastante vicenda del coronavirus, con il blocco dell'annata a marzo e una ripresa fatta non per soldi ma per denaro, quello delle tv) è fuori strada.
Le ambizioni devono essere sempre supportate dal campo. Ritenere che sia semplice esprimersi a certi livelli, che la Serie A sia una certezza già garantita, che si debba anzi guardare a sogni sul filo dell'Europa è dannoso. Di sicuro, non lo fa nessuno all'interno dell'Hellas. Con Ivan Juric vigono delle regole precise, dei valori fondanti per la squadra: lavoro e umiltà.
Per volare con la fantasia ci sarà tempo. Adesso, ci si ricordi da dove il Verona è partito, un anno fa: da primo "condannato" alla retrocessione, dicevano e scrivevano in tanti. La scalata dell'Hellas non è venuta dal caso, né è stata immediata. Un pezzo dopo l'altro, Juric, con il sostegno fondamentale della società, a cominciare da Tony D'Amico, ds accorto e bravo nel rapportarsi con equilibrio con un allenatore battagliero e, com'è giusto che sia, molto esigente (lo è con sé come con gli altri), il Verona è arrivato dove sappiamo.
La buona memoria, una volta di più, può aiutare a non prendere abbagli.
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