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Corsa, carattere, qualità e 3-4-3: il metodo Juric

Foto Grigolini-Fotoexpress

Dopo il ritiro di Primiero, il punto sul lavoro del tecnico croato. Partendo dalle idee di cui ha scritto

Michele Tossani

Già in precedenza avevamo trattato la questione relativa a quale sia il calcio predicato da Juric. Approfondiamo il tema utilizzando la tesi per l’abilitazione al patentino Uefa Pro scritta dallo stesso allenatore croato nel 2013 e intitolata La costruzione del gioco con il modulo 3-4-3.

In essa il nuovo tecnico gialloblù esprime il modo in cui sviluppare il proprio modello di gioco ‹‹basato sul possesso palla con l’idea di dominare la partita utilizzando il modulo a me più congeniale: il 3-4-3››.

Dopo una parte inziale dedicata alla fase offensiva del 3-4-3 contro un ipotetico 4-4-2, Juric passa ad analizzare ‹‹i criteri che adotto per scegliere i giocatori che meglio possono supportare il mio modulo di gioco ed il mio tipo di lavoro sia da un punto di vista tecnico sia da un punto di vista atletico e caratteriale››. Infatti, è noto come l’ex tecnico del Genoa prediliga lavorare ad alta intensità. Questo si riflette nella scelta degli uomini che devono andare a comporre la sua rosa ideale, i quali appunto devono possedere anche un tasso elevato di resistenza alla fatica.

Per quanto riguarda i giocatori, Juric vuole un portiere che sia abile con i piedi, ritenendo comunque che si possa migliorare tecnicamente anche un no.1 più classico (a tal proposito viene citato l’esempio di Buffon).

I difensori centrali devono essere in grado di proporre gioco in fase di possesso. Questo è il motivo per il quale, nel suo undici tipo, Juric vorrebbe dei terzini come braccetti e un giocatore ‹‹con esperienza o qualità da centrocampista›› da impiegare come centrale della difesa a tre.

Dei centrocampisti centrali abbiamo già scritto. Riguardo gli esterni, Juric li vuole in grado di ‹‹partecipare in tutte e due le fasi di gioco››. È chiaro quindi come questi esterni debbano avere grandi qualità atletiche per giocare a tutta fascia. In caso contrario, secondo Juric si dovrebbero schierare un esterno più offensivo ed uno più difensivo per garantire comunque equilibrio alla squadra.

Infine gli attaccanti, i giocatori che, a detta del 43enne allenatore croato, ‹‹determinano le partite››.

Tutta la manovra offensiva della squadra è rivolta a mettere gli attaccanti esterni in condizione di giocare fronte alla porta. Proprio gli esterni d’attacco devono essere abili nell’uno contro uno e, avendo i centrocampisti laterali a dare ampiezza, sono idealmente da collocare nei mezzi spazi. Inoltre, la preferenza di Juric va ad uno schieramento con questi esterni offensivi a piede invertito.

La punta centrale, infine, deve essere un finalizzatore in grado di smarcarsi nell’area avversaria.

Tutto l’allenamento deve essere rivolto al fine di mettere a disposizione del giocatore degli schemi motori che verranno poi utilizzati al momento opportuno, così da permettere al calciatore di agire liberamente ma non in modo arbitrario.

Questo un breve riassunto di quanto Juric scriveva nel 2013. Molto tempo è passato e magari qualcosa, man mano, si è modificato. Tuttavia, tenere di conto queste parole potrà essere utile per valutare meglio il tipo di lavoro che Juric sta svolgendo in ritiro e le caratteristiche dei giocatori che arriveranno in questa fase di mercato.

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