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Quattro giorni per la verità

Il Verona così com'è non basta: senza rinforzi bisognerà attrezzarsi per i miracoli

Matteo Fontana

A distanza di una settimana, tocca tornare sull'argomento già considerato dopo la sconfitta con il Napoli e la polemica per l'esclusione di Pazzini al debutto in campionato. Una situazione che si è riproposta a Crotone. Il Verona è rientrato dalla trasferta dello "Scida" con un punto che muove la classifica, per dirla con i vecchi stilemi del mestiere, ma che aggiunge ulteriori interrogativi sul futuro gialloblù.

Sia chiaro: qui nessuno immagina un Hellas da Europa League. Nessuno culla ambizioni su sorprendenti risultati, magnifiche sorti e progressive con camera con vista sui sogni. Però quanto affermato da Fabio Pecchia ieri ha tolto il velo ai problemi reali del Verona, nel dopo gara, con dichiarazioni chiare: "Mercato? Alleno quelli che ho a disposizione. In avanti ho tre calciatori, non è pensabile fare un campionato così, ma questa sosta viene in un momento importante e ci permette di mettere minuti nelle gambe", le sue parole.

Pecchia è un allenatore aziendalista. Non è un "urlatore", né un populista della panchina. Quanto ha affermato, per chi legge oltre le righe, è paragonabile, sia consentita l'iperbole, a una dichiarazione di Silvio Berlusconi a favore della rivoluzione castrista. Il tecnico dell'Hellas ha lasciato lì a galleggiare un altro concetto: Giampaolo Pazzini non è al pieno della condizione, quindi lo vuole gestire. Giusto, sbagliato? Rimane un fatto inoppugnabile: il Verona, in attacco, fa poco, pochissimo.

Mancano quattro giorni alla chiusura del mercato. Filippo Fusco ha annunciato, la settimana scorsa, che sarà necessario ingaggiare due o tre uomini per integrare la batteria offensiva. Al direttore sportivo e (soprattutto) al presidente Setti tocca rendere pensabile, parafrasando Pecchia, fare un campionato che non sia così. Presto si saprà la verità sull'Hellas: senza rinforzi, ci si attrezzi per i miracoli.

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