gazzanet

DOPO LA ROMA VERSO IL GENOA TRA VECCHIO E NUOVO VERONA

L'analisi del momento Hellas in 5 punti tra le tante conferme e la sorpresa Souprayen

Benny Calasanzio Borsellino

Cinque cose che ho visto in Verona-Roma.

1) Se hai scelto Andrea Mandorlini per guidare l'autobus (bi-triennale), dagli le chiavi e fai decidere a lui il percorso, le tappe, le soste autogrill e i bigliettai (Jankovic e Gomez). Lui è un filosofo del 4-3-3, lo studia e lo sviluppa in modo quasi unico in Italia e ha convinto i suoi uomini che è il modo giusto. Tutto ciò che sarà fuori da questo modulo sarà frutto dell'esigenza o di richieste precise. Detto meglio: o gioca Luca o gioca il Pazzo. Fuori dal 4-3-3 c'è la prova, dentro la certezza.

2) Sorpreson-Souprayen. I tifosi lo hanno già soprannominato "Supradyn", come l'integratore energetico. Viene dalla B francese e ha approcciato nel modo giusto il nostro campionato: carattere e giusta ingenuità. Scarsa conoscenza del nostro campionato equivale a scarso timore reverenziale: a volte ti salva a volte ti annienta. Spinge altissimo, crossa, in copertura fa discrete diagonali e va vicinissimo al gol. Bel terzino, davvero. Deve imparare che dopo la spinta c'è il rientro, e se non lo fai in fretta sul ribaltamento di fronte contro la Roma... "no buono". Una parola per Agostini: grazie per tutto, per te solo riconoscenza e stima. Sarebbe bello che gli si tributasse un giusto "arrivederci" perché per questa maglia ha dato tutto.

3) Difesa bassa (issima) pressing alto (issimo). Sul baricentro basso contro la Roma ha avuto ragioneMandorlini. Ma ringraziamo il trio Maravilla Salah-Dzeko-Gervinho che sembravano giocare insieme per la prima volta dopo mezz'ora di prova al calcetto. Se a destra e sinistra fossero riusciti a saltare i nostri sarebbe stata una tonnara. Poi: il pressing forsennato dei nostri attaccanti che andavano a prendere i difensori giallorossi al limite della loro area (con il fumo al naso), con la difesa gialloblù che arretrava in modo repentino, ha creato un buco-elastico in mezzo al campo: la Roma, con l'appoggio dei terzini, ha quasi sempre creato superiorità a centrocampo, trovando metri preziosi per ragionare e andare al tiro (no-buono 2). Nel gol di Florenzi l'unico che abbozza una chiusura è Hallfredsson d'abbrivio, che si ritrova nel triangolo delle Bermuda formato da Dzeko, Gervinho e Florenzi, che poi va al tiro e trafigge Rafael (concorso di colpa per lui, pena sospesa).

4) Hallfredsson. Bisognerebbe chiedere se in Cina possano riprodurlo. Anche in plastica va bene. Dieci di maglia, dieci in pagella (da tifoso). Lui è uno da prove ufficiali: da tutto e non dosa la benzina sperando di arrivare il più lontano possibile. Quando non riesce scende dall'auto e spinge. È un faro, un ossimoro vivente: pragmatismo e fantasia. L'assist a Jankovic anticipa il copione 2015/2016: seguite lui e segnerete.

5) Generazione di sottovalutati. Juanito in serie D con il Ferentino. Hallfredsson in C. Rafael ad un passo dalla C2. Il tesoretto del Verona è questo. Loro sono la storia recente, loro il futuro prossimo. Su Rafa: uno dei primi cinque portieri della Serie A.

5 bis) Rafa Marquez. Tralasciando gli aspetti tecnici e tattici, è la sua personalità che si vorrebbe ammirare. E invece è impalpabile. La sua maglietta a fine partita la puoi riappendere allo store e venderla come nuova. Più grinta, più iniziativa, più #actitud. Por favor, Capitan!

Domenica prossima si va a Genova. Il Genoa ha perso, tra gli altri, Roncaglia, Niang, Bertolacci, Falque. È rimasto Gasperini, il cerino in mano e una situazione societaria tutta da verificare. Ma Marassi è sempre Marassi e lì, di dolci ricordi recenti, ne abbiamo assai pochi. In questa stagione ogni partita sarà un esame e, quindi, archiviata (bene) la Roma, avanti il prossimo (bene, si spera), il Genoa.

Potresti esserti perso