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Juric vuole l’Hellas (e Verona). Ecco perché

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Il tecnico e le scelte per il futuro: ambiente, città e famiglia dicono che ha intenzione di restare

Matteo Fontana

Ivan Juric vuole restare all'Hellas.

Questo è il punto focale che è al centro dell'analisi, quando si parla del futuro del tecnico gialloblù. Che ha in mente soltanto l'Hellas e non considera i "richiami" che arrivano da altri club, per ora accennati. Non esiste una società in cui Juric possa fruire dell'autonomia e del peso specifico che ha a Verona. L'uomo è molto intelligente e lo sa bene. E il fatto che abbia un contratto firmato in scadenza il 30 giugno 2023 è una questione relativa, da inserire in un contesto più ampio. Ossia, sul desiderio di Juric di non muoversi da una realtà in cui si trova a meraviglia.

Con la dirigenza dell'Hellas ci sono stati degli scambi di vedute anche decisi, soprattutto nei mesi del mercato, tema che "scalda" sempre gli animi, con un allenatore che, com'è naturale, chiede di avere di più, e un'azienda che ha un budget calibrato e non esteso come quello di altre. Il Verona è questo, d'altronde, e va notato che dalla dialettica tra Juric e la proprietà sono uscite operazioni di rilievo: l'arrivo di Kevin Lasagna è roba da 9 milioni di euro, escludendo l'ingaggio dell'attaccante.

Ci sono equilibri consolidati, un rapporto franco, diretto e di reciproca stima con il ds Tony D'Amico. Maurizio Setti è un presidente che ha capito l'uomo Juric, con il suo carattere talvolta aspro ma sempre sincero. Così ha accettato le sue sfuriate, senza rinfocolare polemiche. E alla fine i chiarimenti ci sono sempre stati, senza mai scatenare equivoci o alimentare frizioni.

Una situazione simile è ideale per Juric, per il suo modo di fare calcio. Ha ottenuto l'allargamento dello staff, in cui sono stati inseriti nuove professionalità ulteriormente qualificate. Le sue esigenze vengono sempre soddisfatte, nei limiti delle risorse economiche che sono a disposizione.

Perché andare via, dunque? Sì, l'ambizione di mettersi alla prova in spazi più "ricchi" non per lo stipendio che gli verrebbe riconosciuto, ma per la possibilità di allestire rose con grandi obiettivi è logica, ma Juric, a Verona, ha trovato il posto su misura per sé e, fattore di rilievo, anche per la famiglia: la moglie Irena e la figlia minore, Karla (studentessa con profitto al liceo classico "Scipione Maffei") amano la città. L'altra figlia, Lucija, vive a Milano, fa l'università, alla Bocconi. Di recente gli Juric hanno preso casa e acquistato i mobili. Stanno bene, sono felici, in un luogo che sa esprimere affetto e farlo con riservatezza.

Le vie del calcio sono infinite e misteriose, ma la certezza è che Juric ha nel Verona il centro di gravità permanente del suo presente e di un futuro più che prossimo.

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