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il visto da noi
Da via Belgio fanno sapere che il mercato del Verona è da considerarsi chiuso. Rosa al completo, salvo qualche aggiustamento di ridotta rilevanza. Maurizio Setti ha assicurato che non sarà un problema per le casse societarie trattenere Jacopo Sala e Romulo. Buon per la proprietà del club, visto che i conti in ordine sono il principio ineluttabile su cui si regge il calcio-business dei giorni nostri, e quelli del Verona lo sono. Però rimane un fatto di fondo: a fronte di un’offerta adeguata (7 milioni di euro), Sala sarà ceduto. E Romulo, che si porta appresso un ingaggio pesante e pluriennale (circa 1.4 milioni fino al 30 giugno 2017), è un’incognita sul piano della tenuta fisica, con problemi muscolari che si trascinano dall’aprile del 2014.
Insomma, la porta non è sbarrata né per l’uno, né per l’altro. E ci mancherebbe, dice quello: se la Juventus tetracampione d’Italia si permette di monetizzare con Vidal, oltre che con Tévez, e saluta Andrea Pirlo, non si vede perché il Verona non debba capitalizzare gli investimenti. Ma perdere la catena di destra – almeno teorica – imporrebbe nuovi interventi e spese necessarie. Tanto più che gli infortuni di più protagonisti designati (su tutti, il caso che scotta è quello di Federico Viviani) non hanno consentito di valutare appieno i progressi, o le carenze, di questo Hellas. Chi ha tempo non aspetti tempo.
Andrea Mandorlini, a Bad Kleinkirchheim, prosegue in un lavoro che risente di queste penalizzazioni. E gli equilibri non si trovano in un battito di ciglia. C’è da dare quadratura offensiva alla squadra, portare a regime la coppia Toni-Pazzini. Ridurre i rischi a cui la difesa viene esposta, e Amburgo ha dato soverchie indicazioni, in questo senso: quanti palloni sono stati fiondati dalle fasce? Troppi, e i due gol subiti sono arrivati da lì, uno dalla sinistra, l’altro dalla destra. Quante traiettorie sono state intercettate a centrocampo? Non abbastanza. Mandorlini è il primo a sapere che i correttivi vanno apposti alla svelta, perché il campionato già incombe. Quindi, attenzione: mercato chiuso, già. Ma non troppo.
MATTEO FONTANA
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