gazzanet

Cosenza-Verona: tragicommedia d’autore a firma “Belpaese”

Cosenza-Verona: tragicommedia d’autore a firma “Belpaese” - immagine 1
Giorni di ordinaria follia prima di annullare la gara. Si salva solo l'arbitro
Andrea Spiazzi
Andrea Spiazzi Direttore 

Quando l’assessore allo Sport di Cosenza, dott. Vizza, martedì scorso ci disse al telefono: “Che problemi ci sono? Sabato per noi si gioca. I lavori procedono secondo modi e tempi previsti, la commissione provinciale ha dato parere positivo”.

Quando vedi poi il campo e pensi che le patate scapperebbero per non farcisi piantare.

Quando vedi carriole piene di terra e sabbia due ore prima della gara sospinte sotto la calura di Cosenza per cercare di rattoppare le falle nel terreno, e gli addetti che segnano col gesso nonostante tutto, per apparecchiare una bella tavola.

Quando sai che l’impresa di giocare sarà impossibile ma vendi i biglietti e muovi decine di persone da Verona per farle attendere fuori dallo stadio fino all’ultimo.

Quando capisci che certe cose in Italia accadranno sempre, e che anche per questo ci scanniamo e ci scanneremo ancora tra guelfi e ghibellini su tutto.

Ti cascano le braccia, quantomeno.

L'unica persona coraggiosa (ma un plauso va anche alla pazienza del Verona e dei suoi tifosi giunti al Marulla in 88) è stata l’arbitro, il sig. Fabio Piscopo di Imperia. No, non se l’è proprio sentita di mettere a repentaglio caviglie e ginocchia dei calciatori. E immaginiamo le pressioni che potrebbe aver subito perché si giocasse. Bravo lui. Il resto una vergogna.

E ora che in via Belgio si richieda lo 0-3 a tavolino, che da regolamento appare scontato. Almeno quello.