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Ecco servito il modello Crotone

Verona umiliato, credere nella salvezza è un'illusione. Ma il peggio è che l'Hellas non ha lottato

Matteo Fontana

C’è un limite alle sconfitte. C’è un limite al modo di perdere. C’è un limite alle oggettive carenze di una rosa che non ha mai dato la piena sensazione di poter essere squadra fino in fondo: nella testa, nelle gambe, nei principi di gioco. C’è un limite che separa gli errori dall’autolesionismo. C’è un limite che il Verona ha superato in un pomeriggio, quello della partita con il Crotone, in cui l’Hellas ha umiliato chi voleva pensare (o illudersi) che la salvezza non fosse un miracolo, ma un’impresa possibile, e anche quelli che ritenevano che il risultato fosse duro da raggiungere, ma che lottare restasse una necessità.

 

Il Verona non c’è più. Ha mostrato di non meritare nemmeno di credere nella permanenza in Serie A. Ha incassato dal Crotone una lezione di calcio memorabile. Per chi ha ricordi di un tempo più lontano, viene in mente il 3-0 con cui la Reggina, nel 2001, sbancò il Bentegodi. Soltanto che poi, alla fine della stagione, proprio con la Reggina il Verona si salvò, in un epico spareggio, ma questa è tutta un'altra storia. Si cercano ottimisti che credano che questo Hellas sia in grado di risollevarsi.

 

Tutti colpevoli, si scrive in questi casi, di solito. Ma se il coraggioso, tenace e battagliero Crotone (onore a una squadra che sa cosa significhi combattere e lo fa capire al di là delle parole: quelle se le porta via il vento…) ti ridicolizza fino a farti sperare che la partita finisca presto, la disamina deve andare ben oltre le frasi fatte e le espressioni retoriche.

 

Tutti colpevoli, certo. Ma con diciotto giornate da giocare ci si renda conto che così si rischia di ritrovarsi con il peggior Verona di ogni tempo, parlando di Serie A. Sì, pure di quello di due anni fa. E tanto basti per capire quanto l’Hellas sia colato a picco.

 

Amara constatazione per i suiveurs gialloblù: il Crotone doveva essere un modello per il Verona. Non si può dire che non lo sia stato, già. Peccato non aver imparato a sufficienza, nel frattempo.

 

 

 

 

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