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HELLAS, NON BASTA IL CORAGGIO: 4-3 PER LA FIORENTINA

Gara pirotecnica. Troppi gli errori in difesa dei gialloblù, grande Iturbe, Hallfredsson fantasma

Redazione Hellas1903

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Un Verona coraggioso ma ingenuo perde a Firenze in una gara ricca di emozioni e di reti. Nonostante un super avvio di Iturbe i gialloblù non riescono ad emergere dal bunker costruito, o meglio ci riescono troppo tardi. Se, poi, a gente come Borja Valero e Vargas lasci più volte lo spazio per scoccare il tiro da fuori, non vieni perdonato. E così accade. All’Hellas, che ne fa tre ma ne prende quattro, va riconosciuta la grande forza mostrata in campo nella mezzora finale, con un uomo in meno ma con la capacità di tenere i viola sul filo del rasoio fino all’ultimo.

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In tribuna c’è Cesare Prandelli, sugli spalti festa a prescindere tra i viola e i 2000 gialloblù, in virtù del gemellagio

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I padroni di casa devono fare a meno di Pizzarro poco prima dell’inizio del match, così gioca il febbricitante Ambrosini. L’Hellas schiera un 4-5-1 con jankovic e Iturbe che arretrano a chiudere e Toni punto di riferimento in avanti.

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L’avvio è a dir poco entusiasmante. 4 gol in 14 minuti, frutto di difese “generose” e della vena dei tiratori da fuori. Nemmeno il tempo di prendere le misure che la Fiorentina passa al 4’. Borja Valero spara dai 20 metri di sinistro. La parabola non è angolatissima ma potente e finisce in rete, con Rafael in leggero ritardo. Risposta Hellas dopo due minuti: Iturbe carica il sinistro, Neto respinge e Romulo è il più veloce ad arrivare: 1-1. La squadra di Montella, punta nel vivo, si getta in avanti e sfiora il vantaggio con Borja Valero e Ambrosini. Iturbe, però, ha in serbo dell’altro. Il suo tiro mancino al 12’ è da cineteca. Ha un metro per tirare dalla destra e non ci pensa: la cannonata a mezza altezza lascia Neto di sale. Spettacolo. Gioia breve, perché dopo due minuti ancora Borja Valero spara stavolta col destro. La deviazione di Maietta è decisiva per sorprendere Rafael. 2-2. La gara rallenta un po’. La Fiorentina cerca il giropalla per sfondare ma il 4-5-1 di Mandorlini sembra tenere. Jorginho latita, Hallfredsson è impreciso, ma Iturbe è un pericolo costante e Toni è là davanti a far paura. Rafael (serata difficile per lui) rinvia addosso a Rossi e il pallone per poco non va in porta. Al 43’ il Verona sbaglia a lasciare Vargas solo a sinistra, quello tira. Cacciatore è in ritardo e la parabola, non impossibile, si insacca in diagonale sul palo opposto: 3-2.

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La ripresa vede inizialmente una Fiorentina propositiva e un Verona sempre dietro a cercare il contropiede. Così, al 7’ Jancovic toglie ingenuamente a un metro dalla porta la palla con la mano a Tomovic. Rigore ed espulsione diretta. Giuseppe Rossi spiazza Rafael, che vede la palla alle proprie spalle per la quarta volta. Finita? Nemmeno per sogno. Perché il Verona migliore nasce proprio in inferiorità numerica. Si sveglia Rafael che para su Rossi e Rodriguez, Toni che sfiora il gol in diagonale. Soprattutto, esce uno spento Hallfredsson per far posto a Cirigliano. Gioca, il Verona, rischia anche il quinto ma fa il terzo con Jorginho (rasoterra killer) e riapre la gara. Cacciatore e Agostini si accomodano in panchina. Entrano Martinho (che in verità fa poco) e Cacia. La Fiorentina va vicinissima alla quinta rete ma Maietta e Rafael ci mettono una pezza. Poi Valeri fischia.

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Un audace Verona fa paura alla Fiorentina, che però si prende il banco. Giovedì si va a Genova in Coppa Italia, domenica arriva l’Atalanta. E dopo tre sconfitte consecutive sono occasioni per rifarsi.

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ANDREA SPIAZZI

 

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