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Il senatore Kumbulla

Il difensore è un simbolo di questo Verona: la sua è una grande storia gialloblù

Lorenzo Fabiano

Non sono nemmeno passati dieci minuti, che Veloso batte dalla bandierina uno spiovente tagliente dei suoi; c’è da prendere l’ascensore, quelli della Sampdoria si perdono nei convenevoli, cosi nell’attico sale Marash Kumbulla: capocciata e palla in rete. Audero può solo guardarla e raccoglierla nel sacco. Se hai diciannove anni, sei alla tua prima stagione in serie A e ti prendi anche la soddisfazione di metterci il timbro, beh… Come minimo una serata così te la ricorderai per un pezzo e magari un giorno la racconterai pure. Benvenuti in paradiso.

Nel Verona che stupisce un posto speciale di sicuro lo merita questo ragazzo fatto in casa che la maglia gialloblù la veste da quando aveva otto anni. Bella storia. Genitori albanesi, venuti qui dall’altra parte dell’Adriatico a prendersi una vita, Marash è nato a Peschiera e ha il doppio passaporto. In gialloblù ha fatto tutta la trafila delle giovanili; nel 2017 Filippo Fusco gli ha fatto firmare il primo contratto professionistico, rinnovato poi fino al 2022; lo stesso percorso ha fatto con la nazionale albanese: dopo le presenze in under 21, Edy Reja lo ha promosso nel giro della prima squadra convocandolo per le gare di qualificazione a Euro 2020. Su Kumbulla, Juric ha puntato subito: «Con me gioca chi merita, non guardo la carta d’identità» ha detto il tecnico croato, uno che i giri di parole li vede come il fumo negli occhi.  «Il fatto di giocare spesso per me è una grande cosa. E questo avviene perché Ivan Juric non guarda all’età, al fatto di avere più o meno esperienza. Credo che sia molto importante ricevere una considerazione così da parte di un allenatore: per un giovane è fondamentale. Il resto lo fanno il carattere, la voglia di imparare» dice lui.

Esordio alla prima contro il Bologna, prestazioni convincenti una dopo l’altra, fino alla ciliegina del gol che ha sbloccato la gara contro la Sampdoria. Una rete ricca di significati, se pensiamo che il ragazzone è il più giovane marcatore in questo avvio di stagione nei cinque maggiori campionati europei. Preciso, attento, pulito, brilla di spiccato senso tattico: tempista, sa infatti leggere la partita trovandosi al posto giusto nel momento giusto. Mica male, per un difensore centrale. Può giocare indistintamente sia nella difesa a tre che a quattro: ben strutturato fisicamente, è forte di testa, deciso negli interventi: il piede può essere ruvido o morbido a seconda delle occorrenze. Ma oltre alle indiscusse qualità tecniche, a impressionare sono l’autorevolezza e la serenità che mette in campo. La personalità è la dote che man mano che lo conosciamo, più emerge. Non ha nemmeno vent’anni, è al suo primo campionato di serie A, ma pare sia lì da chissà da quando. È la freschezza della gioventù di un Kumbulla, negli abiti del senatore Kumbullauer. Roba, se vogliamo, da predestinati. Un tesoretto fatto in casa nel calcio attuale è un asset che vale doppio. Dimostrazione che gli occhi giusti a volte arrivano laddove non ci si può spingere col portafoglio. Buon per Juric, e magari un giorno (speriamo più lontano possibile) anche per le casse dell’Hellas Verona. Il futuro si costruisce così.

 

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