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Italia e Turchia: la coppia improbabile (ma reale) per l’Europeo 2032

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Per ospitare degli Europei, però, sono necessarie le infrastrutture
Redazione Hellas1903

Uno degli eventi che ruotano intorno al calcio che più hanno fatto parlare di sé durante il corso del 2023 è senza dubbio l’annuncio, da parte di Italia e Turchia, di essersi messe in prima linea per organizzare gli Europei del 2032. La notizia in questione può sembrare interessante soltanto per gli addetti ai lavori, piuttosto che per chi si occupa di quote serie a ad esempio ma, all’atto pratico, parliamo di un dato molto interessante.

Italia e Turchia, in fatti, sono paesi distanti non tanto geograficamente quanto culturalmente che però hanno trovato qualche appiglio per imbarcarsi in questa missione tutto fuorché semplice. Per motivi ben diversi, infatti, entrambe le nazioni cercano di risultare convincenti agli occhi delle istituzioni del calcio continentale.

Se per il momento questa opera di convincimento è stata portata avanti attraverso ospitate (le finali di Champion League o Europa League si sono tenute in stadi delle due nazioni), per il 2032 si prevedono lavori più in grande con un vero e proprio torneo itinerante.

Un'Italia un po’ anzianotta

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L’Italia, al netto che i serie problemi che ha la serie A, si considera un paese di primo livello all’interno dell’universo calcistico. Da una parte c’è una fortissima storia dello sport, dall’altra invece il fatto di essere stata nel recente passato uno dei centri di gravità intorno a cui gravitavano soldi e passione.

Per ospitare degli Europei, però, soldi e passione passati non bastano perché sono necessarie le infrastrutture e sono proprio queste ultime a essere un problema.

Da un punto di vista architettonico/tecnologico l’Italia è tristemente ferma agli anni novanta; la cosa è stata anche ammessa da Gabriele Gravina, presidente FIGC, durante il discorso di candidatura congiunta specificando che “il progetto originale prevedeva stadi con garanzie che non avevamo; c’era il rischio concreto di non essere ammessi”.

L’aiuto chiesto alla Turchia cade a pennello perché permette di dimezzare il numero di stadi necessari per l’esecuzione del torneo, dimezzando anche le spese da sostenere per poter partecipare alla manifestazione.

Il punto di vista della Turchia

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Nel mondo delle scommesse calcistiche nessuno avrebbe mai pensato alla co-partecipazione della Turchia con l’Italia per ospitare un torneo di caratura internazionale come l’Europeo 2032 ma tant’è. In realtà studiando un po’ le carte diventa facile capire perché questa volta sia stata scelta un’alleanza con l’Italia, per quanto bizzarra per gli appassionati di calcio.

La Turchia ha infatti un ricco storico di partecipazioni rifiutate per questo o quell’altro motivo. Dal 2008 al 2023 la Turchia ha presentato una candidatura per ogni edizione, ricevendo ben 6 rifiuti da parte degli enti regolatori, perdendo contro qualsiasi altra nazione. La candidatura congiunta con l’Italia per quanto riguarda il 2032 cade invece a pennello perché forte di un ricco piano di investimenti sul calcio nel paese.

Dal punto di vista logistico, inoltre, il dover ospitare 5 partite invece che 10 permette anche alla Turchia di contenere ampiamente i costi, potendo anche contare su ben 3 stadi idonei su 5 tutti nella sola Istanbul. Se a questo aggiungiamo la non necessità di dover rinnovare le strutture, visto che hanno tutte meno anni di vita di quelle del nostro bel paese, ecco servito il piatto: l’Europeo 2032 si giocherà in tandem tra due nazioni distanti ma unite, almeno una volta, sotto l’egida del calcio.

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