gazzanet

La qualità paga (non solo vendendo)

La qualità paga (non solo vendendo) - immagine 1
Tchatchoua poteva partire, non è arrivata l'offerta giusta. E di questo ringraziamo gli dei del pallone
Andrea Spiazzi
Andrea Spiazzi Direttore 

É una vittoria, quella di Genova, da festeggiare doppiamente. Fino a gennaio ci saranno alcuni big a suonare la carica per un Verona che così bene ha iniziato il campionato mettendo in cascina già un sesto di salvezza. Questo, è chiaro, lo si sa dalla mezzanotte di venerdì, ma i frutti sono iniziati subito a maturare, e non a caso.

Jackson Tchatchoua è stato decisivo col Napoli (solo il salvataggio su Kvaratskhelia è valso mezza vittoria) e ieri a Marassi è stato devastante ovunque, spaccando poi la gara con l'inserimento del gol (grazie anche al buon vecchio Gollo). Poteva partire, non è arrivata l'offerta giusta, e di questo ringraziamo gli dei del pallone. Così è stato per Coppola e Suslov.

Ringraziamo gli dei del balòn perché siamo ancora testardamente convinti che una squadra debba essere preservata, almeno in parte, per non diventare, come purtroppo il Verona è in maniera eclatante da almeno tre anni, una vetrina per il business. Un minimo di progetto tecnico nel quale devono restare coinvolti alcuni dei più bravi, quelli che hanno mercato e il segno € impresso nei piedi, per capirci. Attenzione, sia mai: il business è necessario per sopravvivere, è il mantra. Ma c'è molto oltre nel cuore di un tifoso. Per alcuni anche più della permanenza in A, forse (questa è tirata, lo so).

Diciamoci la verità: da anni siamo "costretti" a sminuire il calciatore o l'allenatore che parte (è voluto andare via, traditore, etc.) per convincerci che, in fondo, non era così bravo e che è solo la maglia che conta, sono i numeri: bilancio in +++, 31, 32, 35 punti, 8 attaccanti, 4 giovani, 14 nomi nuovi tombola. Ma non è così. È importante anche chi la indossa la maglia, magari lasciandole il suo sudore per un paio di anni invece che per 4 mesi: Tijjani, chi lo ricorda? Guardate Lazovic, il Verona era disposto ancora una volta a perderlo, lui ha accettato la riduzione, e i suoi cross sono ancora miele per le api. La qualità che non ha età, e la conoscenza di Verona, della sua gente, dopo anni in gialloblù.

Fino a gennaio potremmo godercela allora, ringraziando gli dei che il J.T. di turno è rimasto per un altro poco (mai affezionarsi a nessuno in questo calcio), magari scoprendo la qualità di alcuni nuovi, con gli alti e bassi di una squadra che ne ha visti partire una dozzina e arrivare altrettanti solo in estate, nell'anno solare meglio non far conti. Google Translate è il vero sponsor del Verona e meno male che c'è. Dunque fino a gennaio Forza Verona 1 24/25, poi conosceremo il Verona 2 con l'obbiettivo di arrivare ai 33, 35, 37... forse 50? Alè Verona!

tutte le notizie di