Gianni Mura, firma de "la Repubblica", in un articolo sul quotidiano ha espresso il proprio giudizio sulla decisione di giocare a porte chiuse.
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Mura: “Giuste le porte chiuse, il calcio non è una zona franca”
Il giornalista su "la Repubblica": "Quella contro il coronavirus è una guerra senza certezze"
Scrive: "Siccome in Italia il calcio è lo sport più popolare, molti governi temono di passare per impopolari se vanno a disturbare i suoi manovratori. Anche questo governo, all'inizio, ha peccato di autorevolezza e tempestività. Non è impopolare, anzi, dire al calcio che fa parte del Paese, non è una zona franca o da privilegiare in casi d'emergenza. A chi obietta che solo la guerra ha fermato il campionato bisogna dire che erano guerre "chiare": il nemico aveva un nome, una divisa, una bandiera".
Continua Mura: "Oggi ha solo un nome: Covid-19. Ma il nemico, involontario, quello che ti trasmette il virus può essere quello che al bar beve un caffè di fianco a te, quello che ti sta di fronte sul treno, ma anche quello seduto accanto a te, allo stadio, anche uno di famiglia. Per questo si sta combattendo una guerra "oscura" e senza certezze. E in questa guerra, senza annegare nella psicosi, tutti siamo chiamati a fare la nostra parte e a rispettare le regole dettate da chi ne sa più di noi".
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