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Pagelle, è un Verona mostruoso. Zaccagni e Veloso comandano

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Silvestri è una sicurezza, Tameze il jolly che va ovunque. Che bravi Dawidowicz e Dimarco

Matteo Fontana

SILVESTRI 7

La difesa gialloblù gli tiene a distanza i tiratori dell’Atalanta. Ilicic calcia alto, la sua prima parata (decisiva) arriva su Gomez. Dopo, quando la pressione sale, non passa neppure un soffio di vento: sicurezza.

 

DAWIDOWICZ 7

Come a San Siro con il Milan, viene impiegato in una stretta marcatura a uomo da Juric. Con i rossoneri su Calhanoglou, stavolta su Gomez. Uscito Lovato, va su Zapata. Non gli concede neanche un quarto di metro, finché non esce, e non soffre su Muriel. Crescita imponente.

 

LOVATO 6,5

Duello tutto muscoli e velocità con Zapata. Rientra da un infortunio, scatta a oltranza e per 30’ è il migliore del Verona. Dopo si fa male di nuovo e per l’Hellas è una perdita che pesa.

 

CECCHERINI 6,5

Spiace vederlo andare fuori per un problema (anche per lui) muscolare. A Verona è arrivato da pochi mesi, ma incarna appieno lo spirito Hellas: lotta, combatte, non indietreggia neppure se lo spingono. Leader.

 

FARAONI 6,5

La sua assenza si era fatta sentire e ritrovarlo è stato fondamentale per gli equilibri della squadra. Si fa sentire quando ne ha l’occasione, ma non forza. Capisce i momenti, quelli in cui si può andare e gli altri, che richiedono di abbassarsi. Spiccata intelligenza tattica. E non solo.

 

TAMEZE 7

Il jolly che serve, al posto giusto, sempre. A centrocampo, in difesa, a coprire su Gomez, a correre ovunque. Mai era mancata, nella sua stagione, la generosità, ma non sempre gli era riuscito di essere lucido. Lo è a Bergamo, con l’Atalanta, di cui è un ex. Lascia il segno.

 

ILIC 6

Juric decide di farlo partire dall’inizio, lasciando in panchina Veloso. Si muove con ordine, dopo, nel “giro” dei cambi, con l’Atalanta che carica sempre di più, viene sostituito.

 

DIMARCO 7

Più che a correre in fascia, deve pensare a dare aiuto in fase difensiva. Sbaglia poco o nulla, è sempre concentrato e deciso, giocando da terzino “vecchio stampo”: dalle sue parti non si passa.

 

ZACCAGNI 8

La partita si gioca a Bergamo, lui sembra essere atterrato al Gewiss Stadium da un altro pianeta. Prestazione imponente, completa di tutto: fantasia, concretezza, acutezza, sacrificio in favore dei compagni. Toloi lo deve affossare in area per fermarlo ed è rigore. Poi, in contropiede, chiude la partita. Football Maestro.

 

BARAK 6,5

I calzettoni abbassati e il suo essere un mancino purissimo agevole il paragone con una leggenda come Hans-Peter Briegel. Non è tempo di scomodare i miti, ma il Ragazzone è un monumento alla volontà. Il suo peso specifico vale doppio.

 

DI CARMINE 6

Si trova a duellare da solo con la linea a tre, organizzatissima, di Gasperini. Palomino lo controlla e lo stringe. Non è facile farsi spazio. Ha una buona chance nel secondo tempo, va su di testa e manca la porta di poco.

 

DANZI ng

Gioca 15’ da difensore e poi esce. Ingiudicabile.

 

VELOSO 8

Viene da citare Nat King Cole: Miguel è unforgettable, indimenticabile. Classe a tonnellate, il suo piede sinistro va assicurato per una cifra elevata. Glaciale sul rigore, uomo-assist, trascinatore, carismatico. Il Capitano da votare è lui.

 

SALCEDO 6,5

Con lui il Verona prende velocità. Attacca a testa a bassa, i difensori dell’Atalanta faticano a non perdere le sue tracce.

 

COLLEY 6

Mette il suo senso naturale per lo sprint al servizio della fase difensiva.

 

FAVILLI 6

Potrebbe siglare il terzo gol personale, gli difetta la mira, ma c'è sempre.

 

JURIC 8

C’è chi ha coniato un’espressione suggestiva: “Juricismo”. Forse il termine entrerà, un giorno, nel vocabolario o nella Treccani, neologismo improvviso, sogno di una notte di fine novembre in cui l’uomo di Spalato batte Gasp, il suo mentore e padre calcistico. Un capolavoro.

 

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