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gazzanet
Quando arrivò a Verona, nel luglio del 2014, il suo fu un acquisto a sensazione: Rafa Marquez, uno dei più acclamati giocatori nel suo ruolo, reduce dal quarto mondiale in carriera, campione mitico del Messico, prelevato dall'Hellas.
L'operazione fu sorprendente e affascinante. Marquez fu persino salutato sulla scalinata di Palazzo Barbieri, con centinaia di tifosi in festa e la stretta di mano con l'allora sindaco, Flavio Tosi.
Le cose, poi, non funzionarono come nei sogni gialloblù. Marquez, dopo un'ottima prova al debutto in Serie A a Bergamo con l'Atalanta, commise una lunga fila di errori. Il calcio italiano non pareva essere adatto a un giocatore con le sue caratteristiche. Restò per pochi mesi anche nella stagione successiva, lasciando, per tornare in patria, all'Atlas, a fine dicembre, con l'Hellas che era in fondo alla classifica e sarebbe retrocesso in B.
Il Verona, però, ha voluto rendere omaggio a un campione che all'Hellas non ha dato quanto, invece, espresso nelle tante altre grandi esperienze vissute, con i successi col Barcellona su tutte.
Il club ha salutato Marquez, che si è ritirato ufficialmente oggi, dopo aver disputato il quinto Mondiale con il Messico, con un tweet in spagnolo e in italiano: "Un onore aver fatto parte della tua straordinaria carriera e buona fortuna per la tua "nuova" vita", il messaggio dell'Hellas.
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