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Tudor: “Il Genoa avrà vita facile? Non penso proprio. Bene il pubblico numeroso”

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L'allenatore gialloblù: "Veloso e Lasagna ancora fuori, Lazovic e Depaoli ok"

Redazione Hellas1903

Igor Tudor parla in conferenza stampa prima della gara del Verona col Genoa. Queste le dichiarazioni dell'allenatore dell'Hellas.

"Veloso non ci sarà, nemmeno Lasagna. Gli altri penso che siano tutti a disposizione, anche se a qualcuno servirà ancora qualche giorno. Lazovic, Depaoli e Frabotta possono giocare.

Noi richiamo più di loro? Abbiamo più punti, non posso essere d'accordo. Avranno sicuramente motivazioni forti, per loro sarà una gara molto importante. Posso dire che la loro motivazione non può che stimolarci. Bisogna finire bene, mancano poche partite e sono tutte difficili. Mi aspetto una gara molto difficile ed equilibrata.

Il Genoa avrà vita facile? Non credo che lo pensi nessuno, nemmeno noi. Loro hanno reso la vita difficile a tutti con Blessin, verranno con le loro armi e le loro qualità.

Senza la Sud? I nostri tifosi saranno 12 o 13 mila. Sono contento, penso sia importante, contro la Salernitana avevamo pagato le poche persone allo stadio, sono contento che stavolta ci sia tanta gente. Mi piace che vengano anche i tifosi avversari, danno un po' di pepe e di energia da battaglia.

Cancellieri ha giocato poco? Siamo più di venti, qualcuno deve essere necessariamente scontento. Matteo è un ragazzo molto interessante, ha doti di scatto e un piede mancino che hanno in pochi. È il primo anno che si affaccia a un calcio serio e non è facile. Poi c'è da crescere, sei giovane, poi all'improvviso non lo sei più. Devi crescere in quel periodo, nei prossimi due anni deve uscire. Se non lo fa, arriveranno altri più bravi. Mi piace mettere giocatori giovani, ho messo Coppola e avevo grande tranquillità e fiducia.

Il calcio di Blessin? È un grande tema, non esiste il calcio europeo, il calcio italiano, il calcio tedesco. Il calcio moderno è fatto di ritmo e corsa. Guardiola gioca un calcio, ed Emery ne fa uno completamente diverso. Lo stesso discorso vale per il calcio italiano, il mio calcio è completamente diverso da quello degli altri allenatori di Serie A. Nel calcio di oggi non si deve rinunciare a niente, la base sono il ritmo, l'intensità e il pressing.

Se allenerei una nazionale? Sì, perché no? È un lavoro diverso. Non credo sia solo gestione, bisogna anche allenare. Non condivido la posizione di chi dice che servono mesi per dare un'impronta alla squadra, un allenatore deve dare un'identità in poco tempo. A Conte bastano due settimane, lo si è visto con l'Italia".

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