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Verona-Brescia, il 1982 e quando iniziò tutto

L'ultima partita del primo campionato con Osvaldo Bagnoli e come Domenico Volpati arrivò all'Hellas

Matteo Fontana

Iniziò tutto sotto il diluvio. Un uragano di pioggia che si scatenò nel secondo tempo di Verona-Brescia. Era il 13 giugno 1982. L’Hellas festeggiava la promozione in Serie A. in panchina, Osvaldo Bagnoli. In campo, giocatori come Domenico Penzo, Mauro Gibellini, Antonio Di Gennaro, Roberto Tricella, Claudio Garella, Emidio Oddi, Carlo Odorizzi, Francesco Guidolin. Il Brescia, invece, era già retrocesso in C1. In quella squadra c’era un esperto jolly, che stava meditando di lasciare il calcio per completare gli studi da medico: Domenico Volpati.

 

Una grande “A”, trasportata da dei palloncini, si alzò verso il cielo. Lo stesso cielo che non lasciava presagire che di lì a qualche minuto sarebbe scoppiato un fortunale. Il Verona, dopo le feste per il grande risultato raggiunto, giocò in modo svagato e al 75’ era sotto per 2-1: gol di Gabriele Messina, baffuto attaccante del Brescia, pareggio di Guidolin, nuova rete di Messina. Poi, la tempesta e la decisione dell’arbitro, il signor Paparesta di Bari, di sospendere l’incontro. Negli spogliatoi Bagnoli parlò con Volpati. Gli chiese se gli andassi di giocare con il Verona in Serie A. Osvaldo l’aveva già allenato alla Solbiatese e al Como. Conosceva il valore del calciatore e ancor di più quello dell’uomo. Volpati, desideroso di concludere l’università per poi intraprendere la carriera di dentista, disse di aver bisogno di alcuni giorni per riflettere. Si riservò di dare una risposta il giovedì seguente, il 17 giugno, quando la partita sarebbe stata recuperata.

 

La gara terminò sull’1-1. Guidolin e Lazzarin furono i marcatori. Con quel punto il Verona vinse il campionato, raggiungendo quota 48, una lunghezza in più di Pisa e Sampdoria. Volpati andò da Bagnoli e gli disse che avrebbe accettato la sua proposta. L’allenatore dell’Hellas gli fece sapere che con la dirigenza l’accordo sarebbe stato sistemato per il meglio e gli diede appuntamento alla ripresa della preparazione, di lì a poche settimane.

 

Il Verona cominciò lì a percorrere la strada di gloria che lo portò a essere campione d’Italia, a togliersi grandi soddisfazioni in Europa e a sfiorare anche altri titoli, dalla Coppa Italia alla Coppa Uefa. Domenico Volpati, nato nel 1951, all’Hellas rimase fino al 1988: è una leggenda gialloblù, una delle più storiche, e mai consunte, bandiere del Verona. Si laureò in medicina, divenne dentista e da anni esercita a Termeno, in Trentino.

Tutto iniziò quella domenica di giugno, con i cancelli del cielo che gettavano cascate d’acqua sul Bentegodi, mentre un popolo intero non sapeva che stava per cominciare a vivere i momenti più belli che potesse sognare.

Una grande "A" sale verso il cielo per festeggiare la promozione del Verona

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