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VISTO DA NOI: SETTI, SOGLIANO E IL NUOVO VERONA, UNA RIVOLUZIONE IN CORSO

Tanti cambiamenti nella stanza dei bottoni per dare all'Hellas un futuro ambizioso

Redazione Hellas1903

Il termine è anglosassone: spoil system, ossia “sistema

del bottino”. Chi vince si prende tutto. Si usa in politica: quando cambia un

governo, l’effetto domino che ne consegue porta a mettere uomini di fiducia in

tutte le posizioni di controllo. Un principio che assicura affidabilità e che

non è necessariamente uno strumento di prevaricazione. Dipende sempre da quelli

che sono quegli  stessi uomini di

fiducia.

 

Per questo, ed è inevitabile, al Verona, con la

nuova proprietà, en attendant Maurizio

Setti, ci sarà una mezza rivoluzione. E, d’altronde, l’Hellas ha dimostrato di

avere delle carenze strutturali che, se uno pensa male, già spiegano certi

svarioni arbitrali più dell’abusata teoria del complotto. Le perplessità del

capo della Can B, Domenico Messina, quando all’incontro preparatorio dei

playoff ha visto che il Verona era rappresentato dalla sola segretaria

Nicoletta Manfrin, mentre le altre società erano schierate al completo degli

organigrammi, sono eloquenti.L’Hellas di Setti è l’Hellas di Sean Sogliano. Direttore

sportivo rampante e dalla scorza dura, di quelli che non si fanno tirare in

mezzo dai procuratori o comandare dagli allenatori. In niente. Con lui,

Massimiliano Dibrogni, segretario generale che ha fatto la gavetta in

Federcalcio e ha lavorato all’Ufficio Indagini.

 

Non finisce qui. In uscita c’è Benito Siciliano.

Filo conduttore dei tre anni e mezzo del Verona con Giovanni Martinelli proprietario

unico e presidente. Spesso criticato, Siciliano, ma a lui vanno riconosciuti i

meriti di aver tenuto la barra al centro nell’Hellas dopo il disastro della

mancata promozione con Nereo Bonato plenipotenziario. Un bagno di sangue sul

piano finanziario che Siciliano ha tamponato, mentre Mauro Gibellini impostava

la squadra che, dopo l’errore di scegliere Giuseppe Giannini come tecnico, è

stata promossa con il lavoro eccellente del subentrato Andrea Mandorlini.

 

Siciliano, con Martinelli in minoranza, non avrà

ruoli decisionali. Quindi si sposterà a collaborare ad altre aziende del’imprenditore

di Sandrà. Bizzarro in certe decisioni, sempre pronto allo scontro con Palazzo

Barbieri, comunque ai suoi detrattori ad oltranza va anche ricordato che

Siciliano un campionato, da dirigente del Verona, l’ha vinto, e non è poco. Ancora: rinnovamento del settore giovanile. Sean

Sogliano punta su Roberto Gemmi, suo storico scout. Stefano Ghisleni, che è

sotto contratto come responsabile del vivaio, sarà collocato, con ogni

probabilità, ad altri compiti. Allenatore di una selezione, forse i

Giovanissimi, oppure organizzatore dei camp e dell’attività di base.Infine, per quelli che tifano a prescindere contro l’ingresso

di Setti nell’Hellas, per i più svariati motivi (il più pacchiano è quello

della sua non veronesità, neanche fosse un reato: non mi sembra che lo sceicco Mansour sia nato con la

sciarpa del Manchester City al collo, o che Di Benedetto abbia natali romani) l’avvertenza

è semplice: con il solo Martinelli il Verona non potrà andare avanti per molto.

Il presidente ha speso tanto, la salute gli manca. Cercava un compagno di

viaggio. L’ha trovato in Setti. Non partire prevenuti nei suoi confronti è un

dovere di minima intelligenza.

Matteo Fontana

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