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Volpati: “Finale da brivido, può accadere di tutto”

“Spero davvero che il Verona ce la faccia, altrimenti ai playoff ci viene un infarto”. Domenico Volpati segue dai monti trentini, dove risiede e lavora, le vicende dell’Hellas e tifa per la promozione diretta. “E’...

Redazione Hellas1903

"Spero davvero che il Verona ce la faccia, altrimenti ai playoff ci viene un infarto". Domenico Volpati segue dai monti trentini, dove risiede e lavora, le vicende dell'Hellas e tifa per la promozione diretta. "E' vero, è dura, ma in questo finale può accadere di tutto - spiega - anche a squadroni come il Pescara che segnano sei gol a partita può succedere di sbagliare. Oltretutto loro sono molto giovani, e questo può essere un fattore sfavorevole". "Il Torino è la squadra più attrezzata - prosegue - anche se non è riuscita a staccare in maniera significativa le altre. Poi c'è il Sassuolo, che credo sia la formazione più a credito con la buona sorte. Non fa un bel calcio e c'è molta casualità nei risultati che ha sinora ottenuto". La summa di Volpati, insomma, è la seguente: "Non bisogna mollare, a qualche squadra potrebbe venire il braccino corto, la paura che può condizionare il risultato mano a mano che l'obbiettivo si avvicina". Una digressione su Mandorlini è doverosa. "Ci conosciamo dal 1979 - racconta l'ex gialloblù -  quando giocavamo assieme nel Torino e lui debuttò in prima squadra a 18 anni. Si vedeva che aveva qualità, aiutò un gruppo che era un po' in calo, avendo già fatto grandi campionati nelle stagioni precedenti. C'erano i vari Pulici, Graziani, Claudio Sala. Mandorlini veniva da una nidiata di bravi giovani tra cui ricordo Sclosa, Mariani, Comi, Francini. Era un ragazzo aperto, simpatico, un tipico romagnolo. Ora, nei panni dell'allenatore deve per forza assumere un atteggiamento diverso. E' un mestiere in cui sei obbligato a dei silenzi di sofferenza, perchè il calcio nel giro di tre giorni ti può smentire". "Dopo Bagnoli e Prandelli - prosegue - Mandorlini si è conquistato a suon di risultati il posto di grande allenatore, si vede la sua mano nell'ascesa del Verona".Anche a Domenico chiediamo un parere sul paragone di Conte tra la Juve di oggi e il Verona tricolore. "Credo abbia voluto dire  - conclude - che, per arrivare a dove sono, tutti hanno dovuto sacrificarsi e diventare quindi classe operaia, lottando dalla prima all'ultima giornata. Ma noi, tecnicamente, eravamo più forti". Andrea Spiazzi

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