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IL VERONA, L’UDINESE E QUELLA VITTORIA PER MARIO SU

Con i friulani l'emozionante successo del 1996. Quando tutto il Bentegodi ricordò il grande tifoso appena scomparso

Redazione Hellas1903

Fu una stagione sventurata, quella di Serie A 1996-97, per il Verona. Appena risalito dopo quattro anni di B, l'Hellas retrocesse subito. In panchina c'era Gigi Cagni, uno dei tecnici meno apprezzati (più che un eufemismo) dalla piazza gialloblù.

Tuttavia rimane il ricordo, in un campionato balordo, di una giornata emozionante, commovente, toccante. Il Natale del 1996 si avvicinava, al Bentegodi arrivava l'Udinese. Era il 22 dicembre, l'Hellas era già sprofondato e non vinceva una partita da ottobre.

Di fronte, i bianconeri guidati dall'emergente Alberto Zaccheroni, quinti a fine stagione. In attacco, Oliver Bierhoff, assente però a Verona, e Marcio Amoroso.

C'era tristezza, al Bentegodi. Non sventolava più la mitica bandiera di Mario Canestrari. Detto "Mario Su", perché quel suo grido ("Su! Su! Su!") accompagnava l'Hellas dal parterre dello stadio. Si era spento in settimana: un simbolo della tifoseria, un emblema di passione e di veronesità schietta e sanguigna.

Clima cupo, cielo bigio. Dopo 45' l'Udinese è in vantaggio: gol di Poggi. Nel secondo tempo l'Hellas reagisce e pareggia con Pippo Maniero. Ma Stroppa firma il 2-1. La rimette in piedi, il Verona, con un rigore trasformato da Pierluigi Orlandini.

E poi cerca il sorpasso. Insiste, spinge, corre, una squadra ritrovata, dopo che, per mesi, non era parsa nemmeno una controfigura. Dalla Curva Sud parte un urlo: "Su! Su! Su! Su!", ogni volta che l'Hellas prende palla e avanza, attaccando la difesa dell'Udinese.

Persino Cagni, abitualmente sparagnino, si abbandona ad un istinto diverso. Inserisce Manetti e De Vitis, vuole vincere.

Il coro dedicato a Mario si allarga alle tribune. L'Udinese indietreggia: c'è qualcosa di mistico, di sovrumano, nell'assalto del Verona. 

In pieno recupero, un traversone basso arriva in area. De Vitis fa scorrere il pallone sotto le gambe, lasciandogli percorrere una traiettoria che si conclude sul palo opposto. Irrompe Maniero. Tocco breve, gol! Non c'è praticamente neppure il tempo di riprendere il gioco, mentre la punta dell'Hellas si toglie la maglia e l'appoggia sul paletto del corner.

La sventola come una bandiera: "Su! Su! Su!", canta Mario, che non c'è più, ma non se n'è mai andato per davvero.

Piovono lacrime su Piazzale Olimpia.

MATTEO FONTANA

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