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Bagnoli nella “Hall of Fame”: il Mister premiato a Firenze

L'allenatore del Verona più grande insignito del riconoscimento dalla Figc

Redazione Hellas1903

Giornata di celebrazioni a Firenze, a Palazzo Vecchio, per la cerimonia d'ingresso nella "Hall of Fame" del calcio italiano.

Premiate figure eminenti che hanno dato lustro al gioco del pallone in questo Paese.

Con, tra gli altri, Ruud Gullit, Alessandro Del Piero e Bruno Conti, il riconoscimento della Figc, in accordo con la Fondazione del Museo del Calcio, è andato anche a Osvaldo Bagnoli.

Una grande onorificenza per l'allenatore del Verona più grande, nonché protagonista di splendide annate con altri club sia da giocatore che da tecnico.

Come sempre umile nelle parole, Bagnoli ha spiegato: "Un Bagnoli di oggi? Sicuramente non sono certo io che devo dire una cosa del genere. Vado a vedere il Verona perché il presidente ha dato la tessera a me e mia moglie

ma poi spesso sto a casa e vediamo la partita attraverso la televisione".

Bagnoli ha allenato l'Hellas dal 1981 al 1990, conquistando lo scudetto nel 1984-84, arrivando per due volte in finale di Coppa Italia e partecipando, oltre che alla Coppa dei Campioni, a due edizioni della Coppa Uefa, raggiungendo nel 1987-88 i quarti di finale.

Poi, passato al Genoa, ha condotto i rossoblù al quarto posto in A nel 1990-91 e, l'anno dopo, alle semifinali di Coppa Uefa, battendo anche il Liverpool ad Anfield Road.

All'Inter, nel 1992-93, arrivò secondo, dopo aver impensierito, con una lunga rincorsa, il Milan, nelle stagioni in cui i rossoneri erano considerati invincibili.

Da calciatore, cresciuto proprio nel Milan ai tempi di Schiaffino, Liedholm e Nordhal, Bagnoli ha vestito le maglie del Verona, dell'Udinese, del Catanzaro, della Spal e, dopo essere tornato a Udine, del Verbania.

Come tecnico ha guidato anche a Solbiatese, il Como, il Rimini, il Fano (promosso in C2) e il Cesena (promosso in A). Di nuovo al Verona, raggiunse subito la promozione in Serie A per poi aprire un'epoca leggendaria.

Bagnoli ha consegnato al Museo del calcio, come suo cimelio personale, un quadro che ritrae dei simboli di Verona e immagini che ricordano lo scudetto vinto nel 1985.

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