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Ambizione e coraggio, ecco perchè il Verona ha scelto Tudor

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La delusione Di Francesco e la svolta immediata, i motivi

Andrea Spiazzi

L'esonero di Eusebio Di Francesco era nell'aria, e ve lo abbiamo anticipato subito dopo la partita di Bologna. La storia è breve e triste. Il Verona ha sbagliato allenatore, come non dovrebbe accadere, ma come purtroppo può capitare.

Orfano di Juric, e qui è inutile tornarci sopra (troviamo puerile prendersela ancora con lui che è storia trapassata), ha cercato un tecnico che potesse proseguire nel lavoro fatto dal croato. Così è stato solo in piccola e insufficiente parte. I ritmi sono brutalmente rallentati, le idee si sono confuse. Il calcio di Di Francesco è un calcio perdente da due anni, i numeri sono impietosi. Gli auguriamo di ritrovare presto i "poteri" perduti. Peccato non sia accaduto a Verona. Ci sono state poi scelte che hanno lasciato "di sale" la dirigenza (vedi il mancato impiego di Simeone da subito) e una sommatoria di situazioni negative che avevano aumentato il malcontento della società e già decretato Bologna come l'ultima possibilità concessa.

La celerità con cui D'Amico ha provveduto al cambio è eloquente in tal senso. Sono per fortuna lontani i tempi in cui si era aspettata, di fatto, la retrocessione, come nel 2015. E la scelta è arrivata dritta e senza tentennamenti: Igor Tudor, già sondato nei mesi scorsi. Il Verona ha fatto le sue recenti fortune con un tecnico che doveva rilanciarsi e che forse aveva la sua ultima occasione per farlo ad alti livelli. Juric l'ha sfruttata come meglio non si poteva. Ora tocca a Tudor che di Juric è concittadino spalatino, ma questa è solo pura coincidenza. Perchè l'Hellas lo ha scelto? Ambizione e coraggio. Sono le due qualità che D'Amico gli riconosce, col placet di Setti, che del ds si fida ciecamente. Tudor recentemente non le ha mandate a dire nemmeno a Pirlo, reo a suo avviso di averlo relegato in un ruolo di vice poco coinvolto lo scorso anno. Vuole allenare. Ha scelto Udine per due volte a campionato in corso, portando la squadra alla salvezza. Poi in Friuli gli è andata male nel 2019. È uno di carattere molto deciso, che ha una voglia matta di dimostrare che può rientrare e rimanere a lavorare in Serie A.

Il suo calcio lo scopriremo. Per averne un'idea vi rimandiamo all'articolo di Michele Tossani. Ha già allenato Barak, Lasagna e Gunter. La squadra aveva bisogno di un nuovo "duro". Uno che la scrolli e la conduca a ritrovare se stessa, la fiducia e il coraggio perduti. In questo Tudor può essere l'allenatore giusto. Il campo darà poi il suo responso.

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