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No alle partite in chiaro, il Codacons denuncia la Lega A

Pronta un'azione legale e il ricorso al Tar del Lazio. L'invito a intervenire al ministro Spadafora

Redazione Hellas1903

Gravissimo per il Codacons il “no” della Lega Calcio alla richiesta del Governo, tramite il ministro per le politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora, di trasmettere le partite di calcio in chiaro sui canali televisivi. Un rifiuto che varrà ora alla Lega una denuncia penale e un ricorso al Tar del Lazio da parte dell’associazione dei consumatori.

Mentre tutte le parti in causa hanno dato la disponibilità a trasmettere in chiaro in tv le partite di calcio, comprendendo la grave situazione di crisi determinata dall’emergenza coronavirus, la Lega Calcio si è opposta ad una precisa indicazione del Governo – spiega il Codacons – Una decisione che non solo danneggia milioni di italiani, ma potrebbe addirittura configurare illeciti sul piano penale, e che non appare in alcun modo giustificata da ipotetici vincoli contrattuali usati come paravento dalla Lega, i quali ben potrebbero essere superati in questa situazione di forza maggiore.

Per tale motivo il Codacons annuncia un esposto alla Procura della Repubblica di Roma contro la Lega Calcio, in cui si chiede di aprire una indagine penale nei confronti della società per le fattispecie che saranno ravvisabili, e impugnerà al Tar del Lazio il rifiuto della Lega a trasmettere in chiaro sulle reti televisive le partite di calcio.

Al tempo stesso l’associazione invita il Ministro Spadafora a varare immediatamente una formale direttiva che obblighi i canali tv a trasmettere in chiaro gli incontri calcistici, bypassando l’assurda posizione della Lega.

 

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