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Setti: “Non vendo il Verona, qui voglio realizzare altri sogni”

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Il presidente dell'Hellas: "In questo club se un giocatore è bravo è sempre di passaggio. Voglio realizzare un centro sportivo"
Redazione Hellas1903

Maurizio Setti, presidente del Verona, dopo i saluti a Marroccu, risponde alle domande della stampa.

Qual è la sua ambizione oggi? Pensa di cedere il club?

"Dodici anni fa ero seduto qui con Sean e Martinelli e avevo promesso determinate cose. I numeri hanno validità assoluta.

Credo che questo sia sempre stato il mio Verona, ho sempre detto di essere predisposto ad ascoltare chi possa avere più disponibilità di me. Anche se poi questo non è tutto nel calcio. Pensiamo al Chelsea, che spende moltissimo per arrivare tredicesimo in campionato. La sofferenza c'è sempre stata nella storia di questo club. Il mio sogno è sempre quello di provare a fare qualcosa in più di uno Scudetto e basta, che resterà irraggiungibile nel calcio di oggi.

Chi mi conosce sa quanto io tenga a questo club, Nell'ultima conferenza che feci dissi che mi stavo ammalando per il Verona. Non posso dire se il sentimento nei miei confronti dei tifosi e soprattutto della Curva sia giusto o sbagliato. In questo club se un giocatore è molto bravo è sempre di passaggio. La nostra bravura dev'essere quella di mettere sempre sul piatto un altro calciatore altrettanto valido. Hien e Doig sono calciatori che ha acquistato Marroccu. È assurdo quando sento dire che preferisco andare in B perché c'è il paracadute, è allucinante. L'onestà che ho io nel trasmettere cosa posso fare e come posso farlo è identica a dodici anni fa. Il mio sogno rimane quello di realizzare un centro sportivo, vorrei lasciare quello quando me ne andrò, oltre ovviamente alla squadra in Serie A.

Io rimarrei qui quarant'anni, sono mosso dalla passione. Non posso competere con certe proprietà, quando e se si presenterà un'occasione non avrò problemi a sedermi a un tavolo. Siamo un club medio-piccolo, l'obiettivo è vendere al meglio e fare una salvezza più tranquilla possibile. La nostra priorità è vedere il Bentegodi che si riempie sempre di più ed essere attrezzati per i sacrifici che si fanno.

Se c'è stato qualche sondaggio per il club? Banditi in giro ce ne sono moltissimi. Ho voluto mettere un filtro tra me e questa cosa, c'è un istituto che si occupa di questo aspetto. Il calcio è fatto di cose concrete, noi dobbiamo fare un calcio provinciale, essere pronti a lottare, con grinta. Quando inizi a imborghesirti in determinate dinamiche, rischi. Nel calcio ormai si buttano dentro tutti, nella vita c'è sempre uno più ricco o più bravo di te, io cerco sempre di dare il massimo, quello che accadrà lo dirà il tempo".

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