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Basta così

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La dimensione del Verona e il tormentone Juric

Lorenzo Fabiano

Cinque sconfitte nelle ultime sei partite. Se non fossimo già salvi da un pezzo, ci sarebbe da sudare freddo. Diciamo che almeno tre, e ci riferiamo ai ko contro Sassuolo, Lazio e Sampdoria, ci son parse un po’ troppe severe. Insomma, negli ultimi tempi non ci è girata proprio benissimo.

Va detto che a Genova il Verona ha mostrato due facce; d’assalto nel primo tempo quando ha preso per la gola la Sampdoria, pavido nel secondo quando loro han preso per la gola noi. Con un tempo per ciascuno poteva finire con un salomonico pari che male non avrebbe poi fatto a nessuno; e invece no, con gli ingressi di Keita, Candreva e Gabbiadini ci siamo sciolti come la neve sotto il sole di metà aprile e ci troviamo ora a fare i conti con tre ceffoni. È il calcio ragazzi, e ci sta. Può girar bene, può girar male. Il punto è che vorremmo, ma pare ormai un fuori tema, parlare di calcio e di una squadra che, data la scorsa estate da fior di Soloni (o tromboni?) per spacciata e sicura retrocessa, si è salvata anche questa volta con largo anticipo.

Sentiamo tirare in ballo in continuazione i miracoli; perdonate la perplessità, ma i miracoli, se esistono perché ci crediamo assai poco, almeno sia chiaro che non si ripetono. Altrimenti al Bentegodi, al posto dei moccoli di Ivan Juric, a ogni gol di Barak ci apparirebbero la Madonna di Medjugorje e Paolo Brosio in lacrime di estasiata devozione. Siccome questo non ci pare sia il caso, diciamo una volta per tutte che il Verona ottiene ciò che si merita. Dai su, che non ci pare proprio un’eresia.

La società spende secondo le proprie disponibilità, costruisce squadre nei ranghi del budget, lancia giovani, li valorizza e li capitalizza, rigenera qualche desaparecido e alla fine raggiunge gli obiettivi sul campo e in banca. Vista la situazione in cui versa il calcio (già stava messo male prima, al colpo di grazia ci ha pensato il Covid) ci sarebbe solo da mettere in cornice il quadretto. Eh sì ma l’Atalanta dove la metti…? «È un mondo diverso dove crescere i nostri pensieri» cantava Eros Ramazzotti, che poi è un romano che tifa Juve (Dio ce ne scampi). Però va così; Percassi guida un gruppo che è un fiore all’occhiello dell’imprenditoria italiana ed europea. Altra dimensione.

Eppure siam gente concreta che i piedi è abituata a tenerli ben per terra. Terra che si coltiva con fatica, sudore e risparmio. Roba da mani ruvide e stivali infangati. Inseguire ed emulare l’Atalanta è un bellissimo sogno, per carità. Ma al momento ci ricorda i 500.000 vaccini al giorno sbandierati ai quattro venti con  il 55 pollici multicolor 4K di mostrine sul petto dal quel loquacione del Generale Figliuolo. Meglio la realtà, che a ‘sto mondo se credi troppo ai sogni rischi di andare a sbattere e farti male sul serio. Altro che Atalanta e fandonie simili, a noi andrebbe benissimo prendere come modello un’Udinese che garantisce alla sua gente anni di permanenza in serie A togliendosi qua e là qualche bella soddisfazione. È in fondo quello che, ma siamo solo all’inizio, stiamo cercando di fare noi. Non illudiamoci, ci attendono anni duri. È sempre stato così e sarà sempre così, perché quello è il nostro kharma.

E veniamo infine alla questione dell’allenatore. Juric ha fatto e sta facendo grandi cose, ha tutta la nostra stima e la nostra ammirazione. Ci spiace ci sia ora qualche webbete che lo prenda a male parole. Purtroppo,  sappiamo tutti bene come i social abbiano sdoganato anche l’idiozia. Ivan il Terribile dica cosa vuol fare: se ha ambizioni, e opportunità, di più alto rango, è giusto che provi a soddisfarle; se invece sceglie di rimanere almeno un altro anno in una città che lo ama e in un club che, non sarà l’Atalanta ma gli ha pure dato la possibilità di rilanciarsi quando nessuno credeva in lui, è ancora meglio. Gli diremo comunque grazie e gli augureremo le migliori fortune. L’unica cosa che ci sentiamo di chiedere, è che sia posta la parola fine a un tormentone che, se all’inizio poteva anche sembrare divertente, ora ha finito per stancare davvero tutti. Basta così.