Mister, che domanda vorresti farti in questo momento? “Quanto desideriamo vincere una partita? Questo è il tema della giornata. È una cosa che vogliamo tutti e lavoriamo per questo, facciamo di tutto perché succeda. Alla fine, ci si porta sempre a casa quello che ci si merita sul campo, anche se a livello di prestazione stiamo attraversando un ottimo momento che non ci ha dato quello che meritavamo. Noi vogliamo fare punti e classifica, ma questo non deve diventare un’ossessione. Quella dev’essere la ricerca della prestazione, perché solo così arriveranno i punti. Desideriamo tanto la vittoria, come i nostri tifosi, e abbiamo sempre un’opportunità davanti, consapevoli che contro troveremo giocatori di altissimo livello, ben organizzati e che vogliono la stessa nostra cosa”.
gazzanet
Zanetti: “Grande voglia di vincere, partita difficile”
Giovane e Orban, sono due ottimi attaccanti che forse si cercano poco. Qual è la verità su questi due ragazzi? “Se avessimo segnato in queste partite non mi avreste fatto queste domande. Alla fine, contano le occasioni e quanto si produce: entrambi potevano avere 3 o 4 gol a testa e avremmo detto che bravi che si trovano. Noi non stiamo segnando neppure gol semplici che arrivano da manovre ben chiare, figlie delle nostre caratteristiche e delle nostre idee. Giovane e Orban non devono perdere le loro caratteristiche di corsa e di voglia, e ricordiamo che giocano insieme solo da 3 partite. Contro avremo tre ragazzi in attacco che sono anni che giocano insieme, i nostri sono al primo mese. Ma il numero di occasioni che creano mi lascia ben sperare per il futuro”.
Nei prossimi due mesi avrete tanti scontri diretti: come ti immagini la classifica tra due mesi? “Non me la immagino. Ragiono partita per partita, perché cambiano sempre tante variabili in noi e negli avversari. Poi, a fine girone d’andata, potremo fare un punto. Oggi siamo all’inizio e abbiamo fatto vedere la nostra identità e le nostre qualità. Gli scontri diretti sono le partite più difficili, con motivazioni altissime, e lì si viaggia sui dettagli. Senza entrare in discorsi negativi, sarebbe bello aggrapparsi a quello che si fa di buono e non a quello che non si fa”.
Come sta la squadra? “Mosquera e Valentini rientrano. Abbiamo perso Al Musrati ieri in allenamento per un problema all’adduttore e Oyegoke è da valutare ogni settimana per l’infrazione al piede, mentre Harroui dovrebbe tornare dopo la sosta”.
Come hai ritrovato la squadra dopo le ultime tre gare? Che discorso hai fatto ai giocatori? “Il messaggio è abbastanza standard. Al di là del risultato analizziamo in ogni modo quello che è successo e troviamo sempre cose positive e altre negative in una partita. Stiamo sviluppando un’idea, dentro un percorso, un modo di giocare che ci identifichi, e lo stiamo facendo da poco tempo. Oggi potremmo avere più punti magari con brutte prestazioni o viceversa, ma conta sempre quello che si fa in campo. Individuiamo cosa migliorare e su cosa consolidarci, e cerchiamo la costanza di prestazione. Quello che temo sono gli alti e bassi, ma sono tre partite che facciamo bene: quattro su cinque sono state partite importanti. La difficoltà sta nel mantenere alto questo livello, e con queste prestazioni i risultati arriveranno per forza. Dobbiamo essere bravi a non crearci da solo delle negatività. Alla squadra ho fatto vedere tutto quello che è successo. Non serve che io dica a Orban che ha sbagliato, perché ha una fame incredibile, e sono sicuro che i gol arriveranno, come per gli altri attaccanti. Ora dobbiamo avere dentro un pizzico di rabbia per i punti che non sono arrivati e riversarla sul campo”.
Qual è la trappola che si nasconde in questa partita contro il Sassuolo? “Prima di tutto in noi stessi, perché dobbiamo mettere in campo una prestazione ancora migliore, davanti ai nostri tifosi. E incontriamo una squadra forte, che ha fatto tre gol all’Udinese, e in attacco hanno giocatori che fanno la differenza e sono probabilmente più avanti dei nostri visto che giocano insieme da tempo. Dal punto di vista strategico dovremo affrontare bene tutte le fasi”.
Se domani vinci non giocando bene sei contento? “Sì. Giocare bene mi piace, ma devono arrivare i risultati. Io metto al primo posto i punti e i risultati: senza punti non sarò mai contento. D’altra parte, sono lucido e so cosa abbiamo passato l’anno scorso. Ora ci stiamo esprimendo bene per merito dei ragazzi e della squadra creata dal direttore. Ma esiste solo la salvezza per il Verona, e i punti: ho ben chiaro che cosa vuole il Club, ovvero la salvezza, e questo lo trasmetto sempre ai miei giocatori”.
Dalla partita con la Juventus siete entrati dentro delle questioni arbitrali… “Per me rientrano nella finestra degli episodi: a volte a favore, a volte contro. Contro la Roma potevamo portare a casa punti, ma io guardo solo a noi e al nostro stile, che è lavorare tanto e lamentarci poco. Gli arbitri sbagliano, a volte a favore e a volte contro. Guardiamo avanti senza dietrologie e, di sicuro, in questo momento ci sono episodi che fanno discutere, ma da parte nostra ci concentriamo su quello che facciamo noi”.
Orban vi ha detto di averla toccata con la mano? “No. Io non ho visto nessuna immagine che mostri Orban colpire di mano: il ragazzo dice che l’ha presa di testa, e poi c’è stata la decisione che va in senso opposto. Come il fallo su Serdar: lui è sicurissimo di averlo subito, ma secondo arbitro e Var non c’è stato”.
Ci aspettiamo il cambio tra Gagliardini e Akpa Akpro nei titolari? “È un discorso più ampio. Tutti i giocatori sono importanti e abbiamo fatto delle scelte nette la scorsa settimana. La squadra sta girando e per questo non cambiamo molto, e il merito è dei ragazzi. Ma questo non significa che chi parte da fuori non possa far parte degli 11. L’esperienza ha detto che l’anno scorso abbiamo fatto tanti punti grazie alla panchina, e questo deve accadere anche quest’anno: è un aspetto molto importante. Più andiamo avanti più la squadra è omogenea dal punto di vista fisico. Poi, in base alle prestazioni e ai risultati, si potrà cambiare, perché tanti ragazzi sono al livello di quelli che partono titolari”.
Dobbiamo attenderci un Verona attendista o che cercherà di attaccare da subito? “Abbiamo preparato la sfida conoscendo le loro qualità e dovremo fare bene in tutte le fasi. In ripartenza sono pericolosissimi ma impostano anche bene. Dovremo mettere la giusta aggressività e pressione, lasciando loro pochi tempi di gioco. Dobbiamo saper fare un po’ tutto e speriamo che la nostra strategia sia quella giusta”.
Rientra un uomo come Mosquera che l’anno scorso ha dato un grande apporto anche entrando a partita in corso, ti aspetti questo da lui? “Mosquera ha un giorno e mezzo di allenamento e dobbiamo aspettarlo, ma l’anno scorso ha fatto 5 gol aiutandoci a raggiungere la salvezza. È normale che non possiamo entrare in un contesto in cui solo gli attaccanti ci possano portare alla salvezza. Lavoriamo di squadra: portiamo tanti giocatori a calciare in porta. Belghali è un giocatore che sta facendo tanto bene e ha margini di crescita anche in attacco, come Bernede che in questo momento è impressionante. Di giocatori che hanno gol ne abbiamo, come Serdar, Harroui e Kastanos. Ora siamo focalizzati sui due davanti, ma non voglio caricarli di tutta la responsabilità. C’è gente che entra e subentra: tutti devono aiutarci, e i ragazzi si devono meritare il posto”.
Con il rientro di Valentini si apre un ballottaggio con Frese? “Sì, ora è appena rientrato e la sosta ci viene incontro, poi si giocheranno il posto. Valentini ci ha dato tanto, ma Frese, nell’assenza di Valentini, ci ha dato altrettanto. Questo è il concetto di squadra, al di là di chi parte o chi meno: c’è bisogno di tutti. Frese ha fatto grandi prestazioni e questo stimola entrambi, e anche Ebosse”.
In tutti i reparti hai tanti giocatori disponibili: se oggi avessi Suslov giocherebbe? “Probabilmente sì, perché è un giocatore forte che più si alza il livello e più rende. Dobbiamo pensare che il livello dell’Hellas si alzerà con tanti giocatori forti in tante zone, e dobbiamo abituarci ad avere tanti ottimi giocatori nello stesso ruolo. Questo si chiama alzare il livello della squadra”.
Orban e Giovane sembrano due ragazzi diversi, lei è d’accordo nel dire che non andrebbero mai a cena insieme? “No. Giovane e Orban si parlano tutti i giorni, uno in portoghese e l’altro in inglese, ma si capiscono anche a gesti e hanno percepito di avere di fianco giocatori di livello da cui trarre vantaggio. Ma questo non vale solo per loro due ma anche per Sarr,Mosquera e tutti gli altri. Non mi piace parlare solo di Giovane e Orban perché anche chi non gioca merita rispetto. Quello che apprezzo più di loro è la rabbia, la predisposizione e l’esempio che danno a tutti, anche in allenamento: tutta la squadra ci guadagna. Orban segnerà i suoi gol. Ma per me è troppo importante che tutti abbiano l’atteggiamento giusto per il concetto di squadra. Entrare in un meccanismo, poi l’intesa migliorerà, ma quello che mi piace è che diano tutto in campo e facciano di tutto per far segnare la squadra”.
Com’è lo stato d’animo dei giocatori? “Alto. Vengono volentieri al campo e stanno bene insieme, con il giusto entusiasmo. Gli piace quello che facciamo, ci sono tanti ragazzi stranieri e giovani, e noi vogliamo farli sentire in famiglia. Credo che questo sia un obiettivo raggiunto: tra di loro c’è voglia di fare gruppo ed è un impegno che si stanno prendendo. Hanno superato la difficoltà della partita post-Lazio rispondendo subito con tre grandi prestazioni. La voglia e il gruppo ci sono. Lavoriamo con entusiasmo per fare belle prestazioni e portare a casa dei punti”.
fonte: hellasverona.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA