hellas1903 il visto da noi L’Hellas è in crisi, ma questo Verona vale di più

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L’Hellas è in crisi, ma questo Verona vale di più

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La squadra ha qualità e alternative, però i numeri parlano chiaro. Tocca a Zanetti cambiare rotta
Matteo Fontana
Matteo Fontana Coordinatore di redazione 

Diceva la settimana scorsa Cesare Prandelli, prima della partita con il Parma, del potenziale che ha il Verona. Quello di una squadra che ha talento e qualità, con mezzi superiori a quanto raccolto.

L'Hellas è in crisi conclamata, e non che è prima stesse benissimo, anzi. La sconfitta di domenica ha messo sotto la lente carenze di gioco che si sono dilatate e persino che non erano ancora emerse. Una squadra, quella gialloblù, inerte di fronte agli eventi.

Eppure le parole di Prandelli, uno dei grandi allenatori della storia gialloblù (e non solo), sono l'impronta per comprendere come questo Verona valga di più di quanto dicono i numeri e, in questo periodo, il rendimento espresso sotto ogni lato: tattico, tecnico, caratteriale.

Al netto dei limiti strutturali che ha una squadra che  ha sempre l'obiettivo unico di cogliere la salvezza, detto che la capienza economica del club non è certo di grande cabotaggio (occorre, tuttavia, sottolineare come il monte ingaggi sia stato alzato, rispetto alla scorsa stagione, di oltre il 2o%: non è che non sia cambiato nulla), l'Hellas ha una rosa che garantisce scelte e alternative.

Così è in difesa, perché Nelsson, Bella-Kotchap e Nuñez sono giocatori di considerevole caratura, con esperienza internazionale. Perché Valentini è stato uno dei leader del Verona che si è salvato nello scorso campionato e ora ci si può prendere il "lusso" di lasciarlo in panchina. Perché Frese è eclettico e ha saputo specializzarsi anche in un ruolo che non gli apparteneva.

Dopo la partita con l'Inter, più di qualcuno, tra gli addetti ai lavori, ha strabuzzato gli occhi di fronte a Belghali, per la corsa, lo scatto, il cambio di passo.

L'eco del mercato ha già collocato in cima ai giocatori di maggior interesse Giovane. Al netto del tourbillon che l'argomento porta con sé, delle cifre già schizzate verso valutazioni molto extra e poco terrestri, non c'è dubbio che il brasiliano sia un attaccante di pregio.

No, non si vuole sostenere che l'Hellas sia formazione di rango. Bensì, che passi un largo tratto di mare tra il Verona che può essere (tornando a Prandelli: il potenziale) e quello che è, e che sta nei numeri. Meglio rinfrescarli, dunque, per capirla sul serio, questa crisi: ultimo posto con 6 punti, 0 vittorie, 7 gol fatti (peggior dato della Serie A), 18 subiti, -11 di differenza reti (anche qui, la peggiore del campionato).

A Paolo Zanetti l'incarico di mutare la rotta. Correggerla anche prendendo decisioni che rivoltino il copione recitato e interpretato fin qui da questa squadra, di cui è il responsabile. Dalla dirigenza ha ricevuto piena, totale fiducia. Non risulta essere in discussione. Non ci sono né ultimatum, né penultimatum.

Lui per primo, però, sa che quali  siano le regole del gioco, le leggi non scritte del calcio. E che i fatti, soprattuto, contano più delle opinioni.