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CINEMA VERONA: ORA MANDORLINI GIRI “RITORNO AL FUTURO”

Al tecnico il compito di centrare la salvezza, ma se dovesse andar male le responsabilità saranno dei dirigenti

Matteo Fontana

La dirigenza del Verona fa il giro dei quattro cantoni e ritorna punto e a capo. Maurizio Setti, all’agriturismo Ca’ del Pea, a Sommacampagna, dopo la sconfitta con il Bologna, ha passato più tempo al telefono con Giovanni Gardini e Riccardo Bigon che a discettare con gli altri commensali. Doveva decidere che fare, a fronte di una situazione drastica che dice che questo Hellas è il peggiore di tutti i tempi, al momento, in Serie A. Ha pensato al cambio del tecnico, ma i sondaggi effettuati hanno portato a dei dinieghi. Francesco Guidolin, seguendo l’invito di Setti post-Fiorentina (“Se ne può andare in ferie”) è andato in vacanza a Londra. Davide Ballardini era già in parola con il Palermo. Andrea Stramaccioni stava per firmare con il Panathinaikos. Domenico Di Carlo era un’idea, Diego Lopez un po’ meno, Alberto Malesani appena una curiosa suggestione.

 

Ne è venuto fuori un cinema. D’altronde i film nelle sale si vanno a vedere, perlopiù, nel fine settimana. Quindi è naturale che la dirigenza del Verona abbia concesso al pubblico pagante una pellicola buona per tutte le stagioni: il cambio di allenatore. Colpo di scena – ma neanche troppo –, Mandorlini resta. Lo attende una missione da 007. Non ci sono cascate di diamanti, in questo Hellas, e neppure l’oro di Goldfinger. D’altronde Daniel Craig non è Sean Connery e la Spectre è sempre il nemico giurato. Ma se un film va girato, adesso, meglio pensare a un Mandorlini in versione “Ritorno al futuro”. Ritorni nel 2010, il Grigio, e a quando arrivò al Verona. Non lo fece con grande entusiasmo, per sua stessa ammissione: veniva dal “siluro” subito al Cluj in prossimità dell’esordio in Champions League. Non aveva fiducia nella rosa che guidava. Avrebbe voluto che venisse programmato ed effettuato un ribaltone sul mercato a gennaio. Chiedeva Sforzini e De Zerbi, non gli piacevano Nicola Ferrari e Beppe Le Noci.

 

Poi sappiamo tutti com’è andata a finire. Quel Mandorlini, quello della Lega Pro, il migliore delle sue stagioni a Verona, serve adesso per condurre al sicuro l’Hellas. La società ha fatto la propria scelta: tra il lusco e il brusco, ha ritenuto che sia lui l’uomo giusto per la rimonta. Quindi, se Mandorlini non dovesse riuscire a risollevare la squadra, i colpevoli segnalati dai tifosi fuori dal Bentegodi, sabato, avranno un nome e un cognome. Che non saranno, sia chiaro, quelli del tecnico. I registi di “Apocalypse now” saranno altri. Vedano di non farci sentire i Doors e Jim Morrison che canta “The end” mentre Martin Sheen è a Saigon.

 

A proposito: il film preferito di Mandorlini è “Il cacciatore”. Si metta sulle tracce di punti, e lo faccia presto, visto che già è tardi. Non ci sono più partite importanti. D’ora in avanti saranno tutte decisive.

 

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