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Verona, ora gli alibi stanno a zero

Hellas ko ad Avellino, quanti errori per i gialloblù

Matteo Fontana

Il tempo degli alibi è finito. Sempre che sia mai iniziato. Su queste colonne, la settimana scorsa, si invitava a non confondere un errore arbitrale con le carenze organizzative di una squadra di calcio. Un messaggio recepito a parole, d’accordo, ma non coi fatti, vista la prova del Verona oggi ad Avellino. Il Partenio è un campo micidiale per l’Hellas, da sempre, e stavolta, ancora, la tradizione è stata confermata.

Eppure non è questo il problema. Un punto in cinque gare fuori casa. Oltre al Cittadella, con Vicenza, Latina e, dunque, Avellino. Quindi, con squadre in lotta per la salvezza. L’Hellas ha una delle peggiori difese della Serie B. Viene allenata correttamente? Domandare è lecito, rispondere cortesia.

A Fabio Pecchia va riconosciuto il merito di aver ammesso che la prestazione del Verona è stata indegna (e ci mancherebbe...). Ci siamo evitati le chiacchiere su nebbia, vento e arbitri, scusanti che non hanno fatto onore a un gentiluomo quale l’attuale tecnico gialloblù. Uno che non si permetterebbe mai di dire che, a fronte di una critica, l’estensore della stessa dovrebbe andare a tifare un altro club. Vecchie storie, questione di stile, già.

Resta il fatto che Pecchia, da un pezzo, sbaglia molto. Troppo. Ad Avellino è stato un picco negativo. Gomez centravanti, una fantasia inquietante. Siligardi al posto di Romulo? Vade retro. Ovvia la sconfitta.

Gli uomini al volante sostengono che presto ci sarà la riscossa. L’aspettiamo. In caso contrario, ne prenderemo necessariamente atto. Ovvero, l’Hellas non andrà in Serie A.

 

P.S.: Vergognoso l’assalto alla macchina di Setti, Toni e Barresi fuori dal Partenio. Qualcuno, chiunque, si prenda le responsabilità di quel che è avvenuto, in questo strano paese chiamato Italia.

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