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Mercato Hellas, la vera svolta è non vendere

Matteo Fontana
Matteo Fontana Coordinatore di redazione 
Per restare in Serie A occorrono pochi ritocchi e soprattutto che non ci siano cessioni eccellenti

Rulla il tempo del mercato. Da alcuni atteso e persino sospirato, da altro l'esatto contrario. Come lo affronterà l'Hellas quest'inverno? Le sessioni delle ultime stagioni sono state di lotta, rivoluzionarie per necessità più che per scelta.

Sean Sogliano ha sempre tirato fuori i suoi ormai proverbiali jolly: Ngonge, nel 2023. Noslin, nel 2024. In maniera diversa, Valentini, nel passato campionato, con la transizione della società da Maurizio Setti alla Presidio Investors.

Italo Zanzi, la settimana scorsa, ha rimarcato che l'obiettivo del Verona a conduzione del fondo USA è quello di rafforzarsi. Un punto programmatico. Che sia, dunque, un Hellas più accreditato per il raggiungimento dell'obiettivo che ha, la salvezza.

Poi, c'è il concetto della svolta che occorre al Verona in sede di mercato. Non più vendere, prima ancora che comprare. A gennaio, l'Hellas chiuse il trasferimento di Belahyane alla Lazio. In estate, sono partiti Coppola (Brighton), Ghilardi (alla Roma) e Tchatchoua (Wolverhampton). Attenzione: cessioni redditizie, a prezzo congruo, nient'affatto dei saldi.

Ma va evidenziato come nel costruire sia fondamentale consolidare. E a gennaio il bivio, in questo senso, è più cruciale, perché il mercato scorre nel "fiume" della stagione e se sbagli non rimedi più. Detto che a questo Hellas manca, prima di tutto, un cambio di garanzia per Belghali - occorrerebbe, in realtà, avere già pronta l'alternativa, visto per quanto il giocatore potrebbe rimanere con l'Algeria in Coppa d'Africa -, con le valutazioni da fare sull'aggiunta di un attaccante di grossa struttura, la curvatura starà, in un verso o nell'altro, nelle conferme.

Giovane e, dunque, Belghali, hanno estimatori dalle casse capienti. Sono presenze cruciali per la corsa del Verona. Lo sono per l'incidenza e per l'equilibrio di squadra. Ma il segnale ulteriore che si aspetta da Presidio viene dalla capacità di tenere i pezzi pregiati. Almeno fino all'estate, davanti a nuovi piani e a un quadro da verificare in sincrono con i risultati raggiunti.

Poi, si sa, la legge del mercato è fatta di domanda e offerta. Di parametri da rispettare, e il calcio-business e le logiche aziendali richiedono di porsi al di fuori del campo per comprendere.

Tuttavia, questo Hellas, più che di acquisti, con un potenziale che, come già scritto, è largamente superiore a quanto raccolto finora (il Verona è terzultimo, ma le vittorie con Atalanta e Fiorentina ne hanno chiarito la qualità), ha bisogno di non fare delle uscite eccellenti.

Qualche ritocco al posto giusto, il ritorno di Suslov dall'infortunio, alcune "limature" per le partenze di chi ha trovato poco o nullo spazio e l'Hellas avrà pieni mezzi e risorse per farcela.

Buon Natale.